La crisi energetica al centro delle riflessioni dei lavori mattutini della seconda giornata del 66° Congresso degli ingegneri italiani intitolato “Confini – Linguaggi, progetti e idee per un futuro sostenibile”.
“In Italia - ha affermato Romano Borchiellini docente del Politecnico di Torino - una piattaforma dell’energia già esiste, tuttavia il nostro Paese non potrà mai essere un’autorità energetica. È necessario che l’Italia abbia una pianificazione energetica di lungo periodo, quindi mettere mano a una strategia che guardi al futuro con sicurezza senza fare la guerra tra tecnologie”. Anche per Stefano Bracco docente dell’Università degli studi di Genova “occorre mettere in campo una pianificazione energetica, facendo un mix tra le soluzioni energetiche esistenti”.
“Alla crisi energetica - ha ricordato Marco Giuli consigliere scientifico presso l'Istituto Affari Internazionali dove collabora con il Programma energia, clima e risorse - c’è stato un allineamento della risposta europea, una coerenza sulla sicurezza energetica e climatica compatta tra i Paesi membri”.
Alberto De Min, managing director & co- founder di Newcleo UK, startup che punta a realizzare reattori nucleari di quarta generazione, “il nucleare è già molto pulito e sicuro. In Italia, almeno per ora, è precluso, a differenza della Francia e dell’Inghilterra. Il nucleare di oggi è di seconda generazione e utilizza come liquido refrigerante l’acqua che pur avendo molti vantaggi ha doversi limiti fisici. Una centrale nucleare di nuova generazione ha la cosiddetta sicurezza passiva e al minimo problema il reattore si spegne raffreddandosi”.
Geopolitica, rigenerazione urbana e PNRR
La seconda parte della mattinata è stata dedicata agli scenari geopolitici determinati dalla guerra in Ucraina, rigenerazione urbana e green building, infrastrutture, reti e sviluppo del territorio con il PNRR.
“Il conflitto in Ucraina è destinato a durare molto a lungo perché i due contendenti non hanno la capacità di realizzare una vittoria sul campo rapida: la Russia per le sanzioni, le difficoltà economiche, per le lacune del proprio apparato militare e l’Ucraina perché nonostante il supporto occidentale che è importante e profondo, paga un divario enorme in termini di posizioni di partenza rispetto al nemico”. A dirlo Marco Di Liddo responsabile analisti, area Geopolitica e analista responsabile del Desk Africa e del Desk Russia e Balcani presso il Cesi, Centro studi internazionali. “Dal punto di vista del negoziato - ha spiegato - nonostante gli sforzi che coinvolgono i Paesi europei, gli Stati Uniti e la Santa Sede Kiev e Mosca sono ancora lontanissime perché da una parte Kiev vuole la piena sovranità sui propri territori, mentre dall’altra Mosca avendo annesse 5 province non può più tornare indietro da quel punto. Per questo dovremo convivere con il conflitto per i prossimi mesi”.
Il ruolo di Snam nell’emergenza gas e nella transizione energetica è stato oggetto di un approfondimento attraverso l’intervento di Massimo Derchi, chief industrial assets officer Snam. “A seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina e della riduzione dei flussi dalla Russia - ha spiegato - con la diffusione di timori su una possibile interruzione, Snam si è adoperata in collaborazione con le istituzioni italiane per attuare diverse iniziative volte a contribuire alla sicurezza energetica del Paese. Nel breve periodo Snam ha dato un contributo significativo al riempimento degli stoccaggi, in qualità di acquirente di ultima istanza, per il raggiungimento dell’obiettivo del governo del 90% entro la fine di ottobre (le riserve sono prossime all’obiettivo concordato). Mentre nel lungo periodo Snam contribuirà allo sforzo di diversificazione delle fonti di approvvigionamento attraverso l’acquisto di due navi rigassificatrici (Fsru - Floating storage regasification unit)”.
“L’Italia, grazie alla sua posizione geografica e all’infrastruttura gas esistente (che può essere riconvertita al trasporto dell’ idrogeno) ha l’opportunità di costituire un bridge infrastrutturale per l’importazione dell’idrogeno in Europa” ha poi aggiunto Derchi. “Gli elevati livelli di produttività delle risorse rinnovabili che caratterizzano Nord Africa e Medio Oriente - ha osservato - permettono una produzione di grandi volumi di idrogeno verde a prezzi molto competitivi. Tale idrogeno può essere trasportato sfruttando l’infrastruttura gas riconvertita verso paesi europei con maggiore domanda e limitato potenziale di produzione locale”.
Sul tema, infine, è intervenuto il Presidente del CNI Armando Zambrano, padrone di casa. “La politica fa parte della vita degli ingegneri visto che insieme affrontano questioni geopolitiche e di sostenibilità energetica. Lo scenario che si sta delineando oggi in materia di fonti energetiche era già stato visto e analizzato da noi tempo fa, come l’energia nucleare. Sapevamo che il blocco delle infrastrutture doveva essere superato così come il Ponte sullo stretto è stato un argomento già affrontato dalla nostra categoria. Per questo dobbiamo lavorare e impegnarci”.
Relativamente alla rigenerazione urbana Paolo La Greca, Presidente del CeNSU, ha esposto il lavoro della Commissione CeNSU, l’INU e la SIU per sviluppare una nuova proposta di legge "urbanistica": “Dal lavoro della Commissione, articolata in sette tavoli di lavoro, è emersa la proposta di una legge fatta di pochi articoli, in grado di rendere più fondate le leggi regionali di nuova generazione, caratterizzata da procedure più snelle e trasparenti per la formazione degli strumenti urbanistici che, al tempo stesso, si riveli cruciale per l’accelerazione della spesa e l’attuazione delle linee di intervento più complesse e ambiziose del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tra cui soprattutto la transizione ecologica, il contenimento del consumo di suolo, la rigenerazione urbana”.
Infine, Andrea Ferrante, Direttore Generale della Struttura di supporto al Comitato Speciale PNRR si è soffermato sulla procedura speciale per le grandi opere: “Tutto questo ci dà consapevolezza della sfida che abbiamo di fronte; cerchiamo di operare con grande attenzione sulla qualità del prodotto e del processo con l’auspicio di garantire l’accelerazione dei tempi. Del resto, il primo concreto caso di studio, relativo al progetto PNRR della circonvallazione di Trento, opera ferroviaria promossa da RFI, società del Gruppo Ferrovie dello Stato, sembra proprio fornire i risultati sperati, avendo concluso la fase del procedimento tecnico-amministrativo in soli 9 mesi, un tempo prima inimmaginabile per le grandi opere pubbliche”.
A chiusura dei lavori l'intervento programmatico L'anno che verrà Parole e musica del vice presidente vicario Gianni Massa insieme alla musica di Ramprasad Flavio Secchi.