La siccità è un fenomeno ambientale acuito certamente negli ultimi anni dai cambiamenti climatici in atto. Un fenomeno però che si ripercuote immediatamente sull’economia di un Paese e delle regioni interessate come una vera e propria emergenza. Piemonte, Lombardia, Trentino ed Emilia Romagna sono oggi colpite da quella che i tecnici del CNR chiamano “anomalia termica-deficit pluviometrico”. Tradotto per i comuni mortali: “fa caldo e piove poco o niente!”.
I dati preoccupanti sulla portata del Po
Anomalie termiche mai viste, che fanno impennare le temperature che insieme alla carenza record di precipitazioni contribuiscono a rendere la siccità ancora più grave e difficile da affrontare.
I dati sulla portata ai minimi storici del Po (appena 338 metri cubi al secondo di acqua, pari al livello raggiunto a giugno 2022), diffusi dall’Osservatorio dell’Associazione nazionale dei consorzi di bonifica e irrigazione (Anbi), ma anche quelli dei grandi laghi del nord, non sono altro che la conferma di una crisi idrica estrema che sta colpendo il maggiore corso d’acqua italiano, con 40 giorni di anticipo rispetto allo scorso anno.
E il costo economico di questa emergenza è presto fatto: nel 2022 gli effetti negativi della siccità sono costati circa 13 miliardi di euro all’intero paese. Il conto per il 2023 si preannuncia ancora più caro.
Il decreto siccità e i piani del Governo
Il governo Meloni abbia deciso di trattare questa crisi con gli stessi metodi della crisi pandemica da Covid-19. Il decreto siccità approvato lo scorso 6 aprile dal Consiglio dei ministri ha l’obiettivo di velocizzare le procedure autorizzative, rendere più rapida la realizzazione delle infrastrutture idriche, e, "rendere l'azione del Governo e delle Regioni massimamente efficace e più coordinata". È stata istituita una cabina di regia, che fa capo al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e verrà presto nominato un commissario straordinario nazionale, al quale spetterà di predisporre interventi urgenti.
La cabina di regia ha il compito di effettuare entro 30 giorni una ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione per far fronte, nel breve termine, alla crisi idrica e, tra queste, quelle suscettibili di essere realizzate da parte del Commissario straordinario nazionale, che sarà indicato dalla Presidente del Consiglio.