Nel pomeriggio del 16 luglio a Torredel Greco vicino Napoli è crollata una palazzina di tre piani. Il bilancio è di soli tre feriti, principalmente passanti investiti dalle macerie, e nelle scorse ore i Vigili del Fuoco intervenuti sul posto escludono la presenza di dispersi. Le cause, da una prima ricostruzione, sembrano essere legate all'età e le condizioni dell'immobile.
Serve un’inversione di rotta da parte delle istituzioni
Commenta il Presidente della Fondazione Inarcassa, Franco Fietta. “Per fortuna non ci sono state vittime né risultano dispersi, ma il crollo della palazzina a Torre del Greco deve imporre un’inversione di rotta da parte delle istituzioni nei piani di messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio. Abbiamo purtroppo archiviato la stagione del superbonus 110%. Questo non vuol dire però che possiamo permetterci di allentare la presa sugli interventi di recupero e riqualificazione degli edifici. Bisogna operare nel segno della prevenzione, in un piano di medio lungo termine che metta al primo posto la sicurezza dei cittadini che vivono nelle proprie abitazioni”.
Trascurato il certificato di idoneità statica degli immobili
“In attesa dell’esito delle indagini da parte della magistratura che accerteranno le cause del crollo, è doveroso da parte nostra, impegnati da molti anni nei programmi di prevenzione e contenimento del rischio sismico, focalizzare l’attenzione sulle fragilità strutturali che presentano ampi settori del patrimonio edilizio italiano”, aggiunge Fietta. “Negli ultimi anni gli interventi di verifica e controllo statico degli edifici non hanno registrato la stessa attenzione degli interventi riqualificazione energetica, pur necessari nella fase di transizione ecologica che attraversa il paese. Basti solo pensare che negli atti di compravendita, è d’obbligo formulare solo l’attestato di prestazione energetica e non anche un equivalente certificato di idoneità statica dell’immobile”.
Un pacchetto di proposte
“La Fondazione Inarcassa lavora da tempo ad un pacchetto di proposte che, partendo dagli incentivi fiscali, sono in grado di ridurre progressivamente la spesa pubblica nei programmi di ricostruzione. In primo luogo, occorre favorire la classificazione e verifica sismica degli immobili, a prescindere dall’esecuzione dei lavori, e mappare le condizioni strutturali del patrimonio immobiliare. In secondo luogo, insieme all’istituzione del fascicolo del fabbricato, occorre rendere obbligatoria la certificazione di idoneità statica. Infine, nel lungo periodo, rendere via via obbligatorio l’assicurazione per i rischi all’immobile sui danni procurati agli edifici, il cui premio va calcolato anche sulla base della classificazione sismica dell’edificio”, conclude Fietta.