Il 55% dell'energia viene importata, il 90% del parco immobiliare è inefficiente, le infrastrutture energetiche sono ormai desuete e non esiste ancora un mercato interno dell'energia. E' partita da queste riflessioni la discussione in seno alla Commissione Europea, che ha iniziato, lo scorso 4 febbraio, i lavori per la stesura definitiva del documento che raccoglierà tutte le proposte in materia di strategia energetica dell’Unione europea e che verrà presentato dalla Commissione il prossimo 25 febbraio.
L’attuale politica energetica è insostenibile in ogni suo aspetto e necessita urgentemente di una riorganizzazione. L'agenda è molto ambiziosa, ma abbiamo intenzione di agire in questo momento, e velocemente. Lavoreremo per mantenere un approccio coerente in tutti i campi d'azione connessi al settore energetico: clima, trasporti, industria, ricerca, politica estera, economia digitale e agricoltura saranno i temi principali del nostro progetto. L’Unione dell’energia punta ad eliminare le barriere settoriali che tutt'ora esistono e a riunire tutti i soggetti interessati allo steso tavolo. L'Unione dell’energia consentirà di sviluppare un nuovo approccio alla politica energetica in Europa. Queste le parole di Maroš Šefcovic, vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per l'unione energetica, che ha ufficialmente aperto i lavori.
Gli obiettivi dell'Ue
Quattro gli obiettivi su cui punta l'Ue per riuscire ad unificare i mercati energetici frammentati dei paesi membri e realizzare la transizione verso un'economia a basso impatto ambientale: diversificare le fonti energetiche attualmente a disposizione degli Stati membri; aiutare i paesi dell'UE affinché siano meno dipendenti dalle importazioni di energia; puntare alla leadership europea nel settore delle rinnovabili; lottare contro il riscaldamento globale.
I settori sui quali intervenire prioritariamente
Per raggiungere questi obiettivi Bruxelles ha individuato cinque ambiti sui quali puntare in modo prioritario. Innanzitutto è necessario garantire agli stati membri la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, riducendo il consumo interno e agendo al tempo stesso sulla domanda. In secondo luogo si dovrebbe lavorare per la costruzione di un mercato interno unico, ottenibile con una maggiore standardizzazione normativa e con la promozione di accordi di cooperazione. Fondamentale, poi, lo sviluppo di sistemi incentivanti volti ad aumentare l'efficienza energetica e a ridurre l'uso di combustibili fossili. Infine, l'Europa dovrà puntare su ricerca e innovazione, promuovendo lo sviluppo di nuove tecnologie e modelli di business.