L’acqua è il nostro bene più prezioso. Ogni giorno la utilizziamo per dissetarci, per cucinare, per annaffiare le piante, per l’igiene personale e per la pulizia della casa. Ma il calcare in essa contenuto può alla lunga diventare dannoso per gli elettrodomestici e per gli impianti e può comportare un maggiore consumo di energia; un solo millimetro di calcare nelle tubazioni che trasportano acqua calda può aumentare il consumo energetico addirittura del 7%.
Quale punto di riferimento e informativo per il pubblico, MCE Lab, l’osservatorio sul vivere sostenibile promosso da MCE – Mostra Convegno Expocomfort, assieme ad Aqua Italia (ANIMA - Confindustria), ha elaborato una panoramica degli interventi più comuni per un’acqua più sana, più “dolce” e utile a garantire la longevità degli elettrodomestici e per gli impianti.
Per migliorare l'economia domestica è soprattutto opportuno diminuire il livello di calcare attraverso sistemi di trattamento. In questo modo è possibile risparmiare anche sulle spese di tutti i giorni: il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria sono rilevanti ai fini dei consumi di energia ed emissioni, e incidono per circa il 60% (in energia primaria) sui consumi complessivi del settore civile. Ad esempio, installando nella propria caldaia un sistema di dosaggio di polifosfati o un addolcitore è possibile ottenere un risparmio economico annuale di quasi il 20% sui costi generalmente sostenuti per il riscaldamento, stimato in 250/300 euro a famiglia. Questo garantisce inoltre la piena efficienza degli impianti, con un recupero di efficienza delle caldaie tra il 15 e il 17% annuo, cui si deve sommare il 5/6% sul circuito di riscaldamento.
La maggior parte degli acquedotti italiani pubblica gli esiti dei controlli effettuati sulle acque erogate: esistono varie unità di misura per la durezza dell’acqua ma in Italia si utilizza quella cosiddetta in gradi francesi (°F), che corrisponde a un contenuto di sali di calcio e magnesio equivalente a 1g di CaCO3 ogni 100 litri d’acqua. La legislazione non ne prevede un limite, limitandosi a consigliare che i valori siano compresi tra i 15 e 50°F. In linea di massima, risultano molto dure (oltre i 40°F) alcune acque dell’Italia Centrale e della Calabria, di media durezza (circa 20°F) quelle liguri e piemontesi, e quasi dolci quelle friulane.
L'acqua in Italia è però garantita nei parametri solo fino al contatore. Esistono in commercio kit semplici da usare per un’analisi fai da te per assicurarsi che i parametri vengano rispettati fino all’erogazione, basta rivolgersi ad aziende specializzate in trattamenti delle acque primarie per la tratta di competenza dell’utente (www.aquaitalia.it).
Ecco gli interventi più comuni e facili da realizzare per migliorare la qualità dell’acqua nelle abitazioni private:
Resina a scambio ionico
Con l'applicazione di un sistema di addolcimento con resina a scambio ionico, l'acqua passa attraverso una colonna contenente resina cationica in forma di sodio. L’acqua dura viene filtrata e gli ioni responsabili delle incrostazioni di calcare, calcio e magnesio, vengono trattenuti sulla superficie della resina e sostituiti da ioni di sodio, i cui sali non causano depositi. Oltre a offrire longevità agli impianti idrotermosanitari, l’addolcimento offre benefici in campo igienico-sanitario: biancheria più morbida e pulita e maggior durata degli indumenti.
Dosaggio chimico
Il dosaggio chimico è tra le prime ed essenziali azioni a protezione degli impianti idrosanitari e delle utenze. I metodi più utilizzati sono:
- trattamento tramite dosatore di polifosfati idrodinamico, che utilizza prodotti chimici dall'alta azione antincrostante e anticorrosiva;
- trattamento tramite pompe dosatrici (impiegate soprattutto per grandi impianti).
Le apparecchiature di dosaggio chimico sono indicate in presenza di incrostazioni nelle tubazioni.
Filtrazione di sicurezza più dosaggio di anticorrosivi alimentari
Il trattamento unisce la filtrazione meccanica, che trattiene particelle e impurità, con il dosaggio chimico, che a sua volta garantisce un’alta azione antincrostante e anticorrosiva.
Il trattamento idrico permette inoltre di consumare meno detergenti (la durezza dell'acqua è antagonista dei tensioattivi); basti pensare che il 60% del sapone utilizzato non concorre alla rimozione dello sporco ma viene “neutralizzato” dal calcare. Va sottolineato infine come una minore quantità di detersivi immessi nell'ambiente garantisca un maggior rispetto dell’ecosistema.