La manovra di Bilancio 2024, ora all’esame del Parlamento, come prevedibile sta facendo discutere. Non c’è solo il tema delle pensioni anticipate, ovvero la nuova versione di Quota 103 “penalizzante”, e per i proprietari di immobili neanche solo il rincaro delle tasse sugli affitti brevi, che dopo il braccio di ferro tra alcune componenti della maggioranza, interesse solo dalla seconda casa in affitto in poi. C’è anche l’aumento del prelievo fiscale sulla compravendita di immobili ristrutturati che hanno beneficiato in questi anni dell’incentivo fiscale del Superbonus.
Che cosa prevede la nuova normativa
Attualmente, cioè a tutto il 2023, in caso di compravendita di una casa che ha beneficiato del Superbonus, la plusvalenza se non sono passati 5 anni dalla compravendita viene calcolata sul valore della transazione scontato dei costo dei lavori di ristrutturazione rivalutato con l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Dall’anno nuovo invece la tassazione, se non sono passati 10 anni, sarà calcolata sull’intero importo, ragion per cui si pagherà una plusvalenza maggiore.
La nuova disciplina però prevede alcune eccezioni, per le quali dovrebbero rimanere in vigore le norme attuali. Le eccezioni riguardano in particolare gli immobili ereditati (di fatto in questo caso non si dovrebbe parlare nemmeno di compravendita) e gli immobili adibiti ad abitazione principale da parte del cedente o dei suoi familiari.
Fermo restando che in questi ultimi mesi le compravendite di immobili legate alla richiesta di mutui, complice l’aumento dei tassi di interesse, sono diminuite sensibilmente, c’è chi come la Fondazione nazionale commercialisti per il Corriere della Sera ha provveduto ad effettuare alcune simulazioni, evidenziando, caso per caso, gli importi che determinano l’aumento della tassazione. Esaminandoli si intuisce che non sarà una manovra “lacrime e sangue”, ma davvero poco ci manca.