Dopo una battuta d’arresto, il fotovoltaico è tornato a crescere. Se a fine 2015 si registrano 227 GW di potenza installata in tutto il mondo, la crescita al 2050 è prevista del 1800%. Spesso però non si riflette sulle conseguenze e anche sul potenziale di questo sviluppo, perché finora si è tralasciato un aspetto importante del fenomeno: il futuro dei pannelli a fine vita. A farlo per la prima volta è il report ‘End-of-Life Management: Solar Photovoltaic Panels’, (IN ALLEGATO) redatto da Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, in collaborazione con Iea e Pvps. Secondo lo studio dalla gestione dei rifiuti del fotovoltaico potrebbe svilupparsi un giro d’affari a sei zeri.
Dal riciclo un business potenziale di 15 mld di dollari
Il documento fornisce la prima volta la proiezione della quantità di raee solari nel futuro a lungo termine. Dalle 250mila tonnellate di rifiuti da pannelli fotovoltaici prodotte nel 2016, si passerà entro il 2030 a ben 1,7 milioni di tonnellate e al 2050 si arriverà a quota 60-78 mln di tonnellate di moduli a fine vita.
Se reinserito nel circolo economico il valore di tutte le materie recuperabili potrebbe essere nel 2030 pari a 450 mln di dollari, il corrispettivo sufficiente alla fabbricazione di 60 mln di nuovi pannelli. E nel 2050 si potrebbe arrivare a un business da 15 miliardi di dollari, sufficiente a produrre la bellezza di due miliardi di nuovi moduli o essere venduto nei mercati internazionali delle materie prime.
Giocare in anticipo con una regolamentazione del settore e nuovi investimenti
Davanti a queste cifre e a questo immenso potenziale, Irena spinge ad investire anticipatamente in quello che, da minaccia per l’ambiente, potrebbe diventare un volano per lo sviluppo economico e per l’occupazione. Servono nuove regolamentazioni, investimenti e incentivi alla ricerca, ribadisce l’Agenzia. “Con le giuste politiche e quadri normativi- spiega Adnan Z. Amin direttore generale IRENA, le nuove industrie che riciclano i vecchi pannelli fotovoltaici possono guidare la creazione di valore economico e costituire un elemento importante nella transizione del mondo verso un futuro energetico sostenibile.”
L’Ue in prima linea
Al momento- si legge nel report- solo l’Ue ha adottato uno specifico quadro regolamentare sulla gestione dei rifiuti da fotovoltaico. La Direttiva comunitaria richiede che tutti i produttori di pannelli che operano nel mercato UE finanzino i costi della raccolta e il riciclaggio. La maggior parte dei Paesi è invece indietro, continuando a classificare il fotovoltaico come rifiuto generico o industriale.