L'Inps ha presentato alle Casse professionali una nuova proposta di convenzione per sbloccare i pagamenti delle pensioni in cumulo. Ricordiamo che le Casse hanno firmato il 19 marzo le convenzioni sul cumulo - inviandole simultaneamente via pec all’Inps – e si oppongono alla “tassa Boeri” (LEGGI TUTTO).
In un comunicato del 22 marzo, l'Inps ricorda di essere stato “fra i primi a sottolineare l’assurdità delle penalizzazioni subite dai lavoratori mobili in ambito pensionistico e, nel corso dell’ultimo anno, si è molto impegnato per trovare un punto di incontro con le Casse professionali al fine di dare attuazione alla legge sul cumulo garantendo ai lavoratori di poter pienamente fruire del diritto ma, al tempo stesso, evitando aggravi sui conti degli Enti previdenziali privati.
A seguito della situazione di impasse verificatasi riguardo al mancato accordo fra Inps e Casse professionali sulla divisione dei costi di gestione delle pensioni pagate in regime di cumulo, l’Inps, al fine di evitare ulteriori lungaggini per i lavoratori coinvolti, sta inviando alle Casse un nuovo testo di convenzione.
Questo testo prevede una modifica dell’articolo che riguarda i costi, da dividere in base alla quota di pensione erogata da ciascun ente. In particolare, il testo rimette ad una commissione di esperti la determinazione dell’importo da dividere e lascia alle parti, in caso di mancata identificazione dell’importo nei tempi previsti, la possibilità di adire al giudice.
Il nuovo testo di convenzione permette da subito di sbloccare i pagamenti e di lasciare che le parti risolvano le difficoltà burocratiche in un secondo momento, senza che questo abbia ulteriori ripercussioni sui professionisti coinvolti.
L’Istituto ha presentato ieri ai gruppi tecnici delle Casse la piattaforma informatica per la gestione delle prestazioni in cumulo e pertanto confida in una rapida stipula della convenzione per procedere alla liquidazione delle prime pensioni”.
ADEPP: IL MINISTERO DEL LAVORO DA' RAGIONE ALLE CASSE, BOERI FIRMI SUBITO. L'Adepp sottolinea che sul cumulo il Ministero del Lavoro “ha dato ragione agli enti di previdenza dei professionisti. Il colpo di scena arriva dai documenti acquisti dalla Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti tramite una formale richiesta di accesso agli atti.
In particolare è emerso come già il 14 marzo il Ministero avesse inviato all’Inps una risposta a firma del Capo di Gabinetto che non avallava la richiesta dei 65 euro.
Nel documento, che rimanda la convenzione alla valutazione dell’Inps e delle Casse, viene richiamato e allegato il parere rilasciato dalla competente Direzione Generale delle Politiche Previdenziali del Ministero dove, dopo un’attenta disamina di contesto, viene espressamente dichiarato che: “a parere dello scrivente, non è possibile accondiscendere al sistema di compartecipazione agli oneri definiti con la convenzione trasmessa da INPS e secondo le modalità ivi proposte, mentre appare ragionevole l’eventuale limitata partecipazione ai costi che sono stati, ad esempio, già individuati nel citato art.14 della convenzione deliberata dall’Inps nel 2007 ai fini della erogazione del trattamento pensionistico in totalizzazione”.
Il parere negativo emesso sulla proposta dell’Inps conferma la correttezza del percorso intrapreso dall’Adepp.
Adesso che è anche acclarata la posizione del Ministero all’Inps non resta che controfirmare subito le convenzioni che le Casse di previdenza hanno già inviato lunedì scorso, assolvendo all’obbligo imposto dalla Legge.
I pensionati hanno aspettato già troppo”.