In Italia dal 1944 a luglio 2023 si stimano danni prodotti da terremoti e dissesto idrogeologico per 358 miliardi di euro a valori 2023. Tra 1944 e 2009 si sono spesi mediamente 4,2 miliardi di euro all’anno mentre dal 2010 sino ad oggi la spesa è salita a 6 miliardi di euro. La spesa per riparare i danni degli eventi sismici è rimasta sui livelli storici (circa 3 miliardi l’anno), mentre è triplicata quella del dissesto idrogeologico passata da una media di 1 miliardo all’anno a 3,3 miliardi.
Lo rileva il secondo rapporto Ance-Cresme che a distanza di 10 anni ha scattato una nuova fotografia sullo stato di salute del territorio italiano. L’incontro di presentazione si è svolto ieri alla presenza del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci che ha ringraziato l’Ance per aver promosso questa azione di monitoraggio necessaria per poter intervenire in modo tempestivo sulle aree a rischio. Il Ministro ha poi annunciato “un disegno di legge per la ricostruzione che andrà in Consiglio dei ministri alla prossima seduta” e ha aggiunto che “l’importante è un piano di programmazione con risorse e tempi necessari per raggiungere gli obiettivi”.
Per la Presidente Ance Federica Brancaccio “è necessario un richiamo alla responsabilità: servono opere di prevenzione e intervenire con coraggio contro l’abusivismo”.
Oltre il 15% del territorio con pericolosità medio alta
Le aree a pericolosità idraulica elevata sono il 5,4% del territorio nazionale, le aree a pericolosità media sono il 10%, mentre quelle a pericolosità bassa, allagabili in caso di eventi rari o estremi, raggiungono il 14% del territorio nazionale.
L'Emilia-Romagna è la regione più esposta al rischio di allagamento con oltre il 56% della superficie a pericolosità medio alta. Anche altre regioni hanno livelli considerevoli di pericolosità: Lombardia (18%), Calabria (17%), Veneto (13%) e Toscana (12%).
Su scala provinciale Ferrara è la provincia italiana con la percentuale maggiore di superficie esposta a elevato rischio di alluvione con ben ¼ del territorio esposto al rischio elevato. Seguono Crotone (23,6%), Venezia (23,3%), Ravenna (22,2%) e Gorizia (22%).
Oltre 8 milioni di persone vivono in aree a rischio medio alto
In Italia 2,4 milioni persone, 632mila edifici e 226mila imprese sono esposte a un elevato rischio alluvioni. Se consideriamo anche i territori a pericolosità media arriviamo a oltre 8 milioni di persone esposte. Venezia è la provincia italiana con più persone residenti a rischio elevato (153.432), seguita da Padova (128.900), Bologna (92.300), Ferrara (91.000), Genova (87.300), Rimini (85.800). A sud invece si segnalano le province di Cosenza (77.300) e Reggio Calabria (77.000). Tra le grandi città emerge Roma con quasi 42.000 abitanti esposti a rischio elevato di alluvione.
Reti colabrodo
Nelle reti idriche si disperdono ogni anno 4,2 miliardi di metri cubi di acqua potabile, pari al 42% dell’acqua prelevata. Un dato in peggioramento, infatti, agli inizi degli anni duemila eravamo a una perdita pari a circa il 32,6.
Il 60% della rete inoltre risale a oltre 30 anni fa, ma una quota del 25% ha superato i limiti di resistenza strutturali perché risalente a 70-80 anni fa.
I fabbisogni infrastrutturali sono notevoli: almeno 200.000 km di rete da rigenerare, riparare o rottamare e sostituire, almeno 50.000 km di nuove reti, 30.000 per l’acqua e 20.000 per le fognature.
Emergenza idrogeologica, Italia maggior beneficiario fondi Ue
Negli ultimi 20 anni l’Italia è il maggior beneficiario del Fondo di solidarietà dell’UE, con oltre 3 miliardi di euro ricevuti, pari a circa il 37% dell’importo totale erogato a 28 Paesi europei (8,2 mld).
Spesa dei comuni
Negli ultimi 5 anni la spesa dei comuni per la sistemazione del suolo e per le infrastrutture idrauliche è più che raddoppiata.
Pnrr: poche risorse per la prevenzione
Prima della revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, erano previsti 2,5 miliardi di euro per il dissesto idrogeologico. Con la revisione, le risorse per il dissesto sono scese a 1,53 miliardi. Di questi 1,2 miliardi destinati alle recenti alluvioni in Emilia Romagna, Toscana e Marche.
Le azioni necessarie
Secondo il rapporto, occorre intervenire sulla governance, riportando ad un unico soggetto a livello centrale il coordinamento delle varie istituzioni coinvolte, nonché velocizzare al massimo il passaggio dalle risorse ai cantieri e prevedere un sistema informativo unico, attraverso il quale gli enti coinvolti possano avere informazioni precise sulle scadenze e sulle modalità di accesso ai finanziamenti.