Pubblichiamo la lettera che i presidenti di Assoelettrica e di assoRinnovabili, Chicco Testa e Agostino Re Rebaudengo, hanno scritto il 7 marzo scorso al presidente della commissione Territorio, ambiente e beni culturali del Senato, Giuseppe Marinello.
Illustre Presidente,
la Commissione Ambiente da Lei presieduta sta conducendo l’esame del disegno di legge AS 119 Aree Protette recante interventi di modifica della disciplina sulle aree protette nazionali anche con riferimento alle aree marine.
Nei giorni scorsi il relatore, Sen. Caleo, ha depositato la proposta emendativa 9.200 volta ad attribuire agli enti gestori di aree, riserve naturali e parchi nazionali e regionali un contributo economico per il ripristino degli equilibri naturali dell’area protetta, allorché il territorio sia, in tutto o in parte, interessato dalla presenza di infrastrutture energetiche.
Tale proposta prevede, tra gli altri, anche contributi annuali a carico degli impianti di generazione da fonti rinnovabili, testualmente, “nella misura del 10% del canone demaniale” per gli impianti idroelettrici e nella misura di “0,01 euro per kW prodotto” per gli impianti a biomassa oltre i 30 kW e oltre 1 MW per impianti alimentati attraverso altre fonti rinnovabili.
Assoelettrica e assoRinnovabili ritengono del tutto inaccettabile la ratio di tali disposizioni, che “spacciano” come ambientali misure di carattere meramente impositivo. Si tratta di previsioni chiaramente illegittime e discriminatorie che colpiscono in modo evidente una attività economica specifica - quella della produzione di energia da fonti rinnovabili - col solo fine di “fare cassa” a vantaggio degli enti territoriali beneficiari.
Inoltre la portata di questo nuovo aumento dei balzelli a carico delle FER, totalmente ingiustificato, e a carattere retroattivo, andando a colpire impianti già insediati, potrebbe determinare conseguenze quali la riduzione al minimo indispensabile delle manutenzioni o, in alcuni casi, la chiusura a causa di costi insostenibili.
Le segnaliamo che per quanto riguarda i piccoli impianti idroelettrici è stato appena disposto un incremento del 30% dei sovracanoni dovuti ai Comuni dei Bacini Imbriferi Montani; relativamente agli impianti a biomasse l’importo proposto sarebbe abnorme, dato che si tratterebbe del 25% dell’attuale valore di mercato dell’energia elettrica, mentre l’estensione dell’ambito di applicazione della disposizione agli impianti insediati nelle “aree contigue” a quelle protette ne consentirebbe un arbitrario massivo assoggettamento.
Tali disposizioni di carattere parafiscale, oltre a tradire palesemente il favor discendente dalla normativa europea e dagli obiettivi di decarbonizzazione verso l’utilizzo delle fonti rinnovabili, sono per di più in totale contrasto con gli impegni assunti dall’Italia appena pochi mesi fa in occasione dalla Conferenza Internazionale sul Clima di Parigi per la lotta ai cambiamenti climatici.
Auspichiamo pertanto che non si dia corso a questo ulteriore tentativo di danneggiare una attività, quale quella della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che apporta indiscutibili benefici di carattere ambientale.
Benefici che dovrebbero coerentemente spingere il nostro Paese all’adozione di misure sempre più orientate allo sviluppo delle rinnovabili, e non invece a loro detrimento.
