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DDL consumo di suolo, le osservazioni delle Regioni in audizione

La Conferenza delle Regioni chiede al Parlamento e al Governo di superare il modello concettuale su cui si basa il disegno di legge, caratterizzato dalla separazione tra esigenza di tutela dell’attività agricola ed esigenza di azzerare l’attività edificatoria

giovedì 30 marzo 2017 - Redazione Build News

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Si è tenuta il 29 marzo, presso la Commissione Agricoltura del Senato, un’audizione di rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle province autonome sul Disegno di Legge che stabilisce norme per il contenimento del consumo del suolo e il riuso del suolo edificato. Nel corso dell’incontro è stato lasciato agli atti il documento di osservazioni sul provvedimento – IN ALLEGATO - che la Conferenza delle Regioni ha approvato il 9 marzo.

La posizione delle Regioni è stata illustrata da Pierpaolo Nagni, Assessore della Regione Molise. “Abbiamo rappresentato alla Commissione l’apprezzamento per l’iniziativa del Parlamento e per gli intenti e le finalità che il provvedimento intende perseguire. Ma abbiamo anche illustrato i rilievi critici frutto del lavoro congiunto di ben tre commissioni della Conferenza: Urbanistica, Ambiente e Agricoltura. Sostanzialmente penso che sia condivisibile l’idea di fondo di fissare norme quadro che evitino una eccessiva cementificazione. Ma ritengo che tutto ciò non possa pregiudicare quanto già è stato fatto con diverse normative regionali e che soprattutto qualsiasi norma debba agevolare e semmai rendere più efficace la programmazione regionale, senza esagerare nella normativa di dettaglio. Mi pare – ha concluso Nagni – che le ragioni esposte abbiano incontrato la sensibilità dei senatori, tanto è vero che si apre ora una fase ulteriore di interlocuzione con la Commissione e con i relatori del Disegno di Legge. L’intesa è quella di riaggiornarci fra qualche settimana mettendo a frutto gli esiti di tale confronto”.

Nel documento di osservazioni si legge nelle conclusioni che la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, “nel ritenere necessaria l’approvazione in tempi rapidi di una legge che contrasti efficacemente il consumo di suolo agricolo”, chiede al Parlamento ed al Governo “di superare il modello concettuale su cui il DDL in esame è basato, caratterizzato da un approccio puramente quantitativo/ragionieristico, declinato in una procedura complessa e di difficile attuazione, auspica, in alternativa, la costituzione di un tavolo tecnico congiunto tra le Regioni, le Province Autonome e i Ministeri competenti, con la partecipazione dell’INU, dell’ANCI, dell’ISPRA, degli Ordini professionali interessati e delle più rappresentative associazioni ambientaliste, per elaborare una legge:

- di indicazioni e principi – una legge quadro - in grado di fornire un impianto normativo utile a indirizzare e rendere uniforme, nei capisaldi generali, le norme che tutte le Regioni hanno già elaborato o debbano predisporre in relazione alle singole peculiarità territoriali regionali ed al proprio quadro normativo e pianificatorio;

- in grado di fornire principi e strumenti per governare, più in generale, le trasformazioni territoriali al fine di renderle maggiormente e completamente sostenibili, a partire dalla conservazione del suolo ma aprendo alle relazioni con le altre risorse naturali del territorio oltre alle componenti agricole, anche al fine di investire su queste per avviare processi di sviluppo territoriale rispettosi dell’ambiente;

- che, oltre a riconoscere il suolo come patrimonio comune che necessita di protezione, poiché apporta benefici essenziali legati al benessere umano e alla resilienza ambientale, possa anche promuovere azioni di contrasto alle principali minacce che pesano su questa risorsa, che non sono riconducibili solo all’impermeabilizzazione, ma anche ad altri processi quali erosione, perdita di materia organica, perdita di biodiversità, contaminazione e compattamento;

- che riconosca nel Piano Paesaggistico, di cui al D. Lgs. 42/2004, un modello di pianificazione regionale indispensabile per conseguire obiettivi concreti di conservazione e di contenimento del consumo del suolo naturale e di sostenibilità delle trasformazioni territoriali”.

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