Estensione dello strumento del silenzio-assenso tra amministrazioni statali ai casi di assenso, concerto o nulla osta di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale e dei beni culturali.
La novità è contenuta nel disegno di legge Madia di riforma della pubblica amministrazione (C. 3098 recante “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”), ora all'esame dell'Aula della Camera.
La disposizione prevede che, qualora il sovrintendente non risponda all'amministrazione che aspetta il parere, l'amministrazione può dare l'ok alla concessione e consentire l'intervento sul bene culturale o sull'area sottoposta a tutela.
IL MINISTRO MADIA: TEMPI CERTI MA NO ALLA CEMENTIFICAZIONE. “Non sono mai state in discussione la tutela del paesaggio, dei beni culturali e del patrimonio artistico e ambientale. Nessuno ha mai avuto intenzione di autorizzare cementificazioni selvagge”, ha precisato il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, in una lettera al direttore de La Repubblica.
Il nodo da sciogliere – ha scritto Madia - è come si tutelano più efficacemente il paesaggio, i beni culturali e l'ambiente, garantendo il diritto dei cittadini ad avere risposte certe nei tempi previsti. Le norme impongono termini perentori per rilasciare i pareri, tuttavia spesso questi termini non sono rispettati. Riteniamo che i cittadini debbano contare su tempi certi entro i quali le amministrazioni possano dire "sì" o "no". La norma – precisa il ministro - non modifica o estende in alcun modo i criteri o i presupposti per costruire, né comprime la possibilità di dire di no. L'obiettivo è dunque "costringere" le amministrazioni a prendersi la responsabilità delle proprie decisioni. Il silenzio significherebbe dire "sì" con tutte le responsabilità che ne conseguono. Altro che cementificazione: questa norma obbligherà a decidere e avrà come conseguenza l'innalzamento dei livelli di tutela dei beni pubblici.
NO DAL CONSIGLIO SUPERIORE DEL MIBACT. Riunitosi martedì scorso, il Consiglio Superiore Beni culturali e paesaggistici del Mibact ha approvato all'unanimità una mozione nella quale esprime “grande preoccupazione e decisa contrarietà all’introduzione del silenzioassenso, che rischia di produrre risultati assai negativi per il patrimonio culturale e paesaggistico del Paese”.
Per il Consiglio superiore “La tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, garantite dalla Costituzione, non possono essere sacrificate alle pur ragionevoli esigenze amministrative. Il silenzio-assenso, infatti, rischia di compromettere profondamente le procedure di tutela e quindi la missione stessa del MiBACT: se è vero che la tutela è impropria se non è finalizzata alla valorizzazione, è ancor più vero che non può esserci valorizzazione senza tutela”.
Nella mozione si sottolinea che “Il silenzio-assenso è uno strumento rozzo e pericoloso, rappresenta una risposta sbagliata ad una esigenza giusta e risulta inefficace per contrastare pratiche corruttive. In un campo tanto delicato, come quello della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, è assolutamente necessaria una valutazione tecnica esplicita da parte degli uffici competenti, anche per ribadire l’esigenza di una loro responsabilizzazione in scelte così importanti per il patrimonio dell’intera comunità nazionale e mondiale”.
Il Consiglio Superiore chiede quindi che all’articolo 3, comma 3, venga soppresso l’ultimo periodo: “Decorsi i suddetti termini senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito”; e chiede di “rendere obbligatoria, secondo quanto già previsto dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, la rapida adozione da parte di tutte le Regioni italiane dei Piani Paesaggistici Territoriali, i quali, consentendo una conoscenza approfondita del territorio e introducendo chiare regole di trasformazione, rendono molto più celeri anche le procedure autorizzative”.
PUNTARE SU MODERNI SISTEMI INFORMATIVI. Un “sempre più deciso passaggio da una tutela passiva solo di tipo vincolistico ad una attiva basata su prevenzione, progettazione, pianificazione, condivisione e partecipazione” è l'auspicio del Consiglio superiore del Mibact, secondo il quale la risposta alle giuste esigenze di tempi rapidi nelle procedure amministrative deve essere rappresentata da “moderni sistemi informativi, dalla diffusione dell’accesso libero ai dati e, soprattutto, da maggiori investimenti per dotare le soprintendenze e gli uffici preposti alle autorizzazioni di personale tecnico-scientifico e di mezzi adeguati”.
IL GOVERNO: ALLUNGAMENTO DA 60 A 90 GIORNI DEL TERMINE PER IL SILENZIO-ASSENSO. Nel frattempo l'esecutivo, per venire in parte incontro alle istanze del Mibact, ha deciso di estendere da 60 a 90 giorni il tempo richiesto per far scattare il silenzio-assenso tra amministrazioni pubbliche sui temi relativi ai beni culturali e all'ambiente.
ANNULLABILITÀ D'UFFICIO DEI PROVVEDIMENTI AMMINISTRATIVI CHE SONO L'ESITO DEL SILENZIO-ASSENSO E CHE SONO DICHIARATI ILLEGITTIMI DA UN'AMMINISTRAZIONE PUBBLICA. È prevista anche l'annullabilità d'ufficio di quei provvedimenti amministrativi che sono l'esito del silenzio-assenso e che sono dichiarati illegittimi da un'amministrazione pubblica. Sarà possibile revocare tali provvedimenti “entro un tempo ragionevole” o in ogni caso “non superiore a diciotto mesi” a partire dalla data di adozione dei provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici.