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Ddl piccoli Comuni, Anci: “Insufficienti i 100 milioni indicati”

Il coordinatore nazionale Piccoli Comuni dell'Anci in audizione: “Vista l’importanza del tema, su cui ci giochiamo il futuro di una parte rilevante del Paese, vorremmo che ci fosse un’attenzione simile a quella messa in campo per la riqualificazione delle periferie degradate”

giovedì 3 novembre 2016 - Redazione Build News

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“Guardiamo con favore a questo provvedimento che ci auguriamo giunga ora rapidamente alla sua approvazione definitiva. Per noi Sindaci dei piccoli Comuni rappresenta una importante ‘legge quadro’ di cui il nostro Paese ha ormai forte necessità di dotarsi. Questa legge, da sostenere con più adeguati finanziamenti rispetto all’attuale dotazione prevista, dovrà servire a creare quell’ordinamento differenziato e semplificato che l’ANCI sostiene da tempo, utile a contrastare concretamente lo spopolamento in atto nei piccoli centri”.

Lo ha sottolineato ieri il coordinatore nazionale dei piccoli Comuni dell’ANCI, Massimo Castelli, durante un’audizione al Senato sul Ddl sulla valorizzazione e il sostegno dei piccoli Comuni.

Ricordiamo che il testo unificato delle proposte di legge “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici” è stato approvato dalla Camera all'unanimità il 28 settembre scorso ed è ora all'esame del Senato.

“La rilevanza principale del disegno di legge – sottolinea Castelli - consiste infatti nel fissare il principio basilare che i piccoli Comuni hanno bisogno di politiche differenziate e di sostegno specifico rispetto alle loro peculiarità. I piccoli centri rappresentano il 54% del territorio nazionale: per loro la vera battaglia da combattere, come messo in luce anche dall'ultima emergenza terremoto, riguarda il rischio del progressivo spopolamento. Occorre mettere in campo politiche strutturali di intervento. Se pensiamo al decreto ‘Casa Italia’ - ha ribadito il coordinatore nazionale ANCI - dobbiamo capire che non possiamo progettare scuole sicure dal punto di vista sismico ma con il rischio concreto che restino vuote se non si creano le condizioni di vita a livello locale”.

Da qui l'esigenza di un programma di interventi sorretto da adeguate risorse finanziarie ma anche articolato secondo le esigenze reali di territori. “Questa legge mette a disposizione 100 milioni di euro per i prossimi sette anni, non sono certamente sufficienti, contiamo nel loro incremento come abbiamo richiesto, ma è altresì importante registrare già la costituzione di un fondo dedicato. Vista l’importanza del tema, su cui ci giochiamo il futuro di una parte rilevante del Paese – ha aggiunto Castelli – vorremmo che ci fosse un’attenzione simile a quella messa in campo per la riqualificazione delle periferie degradate”.

Infine, il coordinatore ANCI ha fatto cenno alla questione dei piccoli Comuni impegnati nell’accoglienza dei profughi all’interno della Rete Sprar. “Trovo corretto che si pensino forme di incentivazione adeguate per i molti piccoli centri che offrono il loro contributo alla risoluzione di un problema che è sia nazionale che strutturale. Tutto questo – conclude l’esponente ANCI – anche superando la logica dei centri di accoglienza temporanea di matrice prefettizia, seguendo invece il modello Sprar che si è rivelato molto efficace per una vera ‘integrazione’ sul territorio degli immigrati”.

Leggi anche: “Via libera dalla Camera alla legge per la tutela e lo sviluppo dei piccoli Comuni

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