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Decreto Aiuti quater e crediti Superbonus: le proposte dell'Ance e dei Commercialisti in audizione

Ance: sbloccare immediatamente la cessione dei crediti fiscali per tutti i cantieri già avviati. Cndcec chiede una misura che consenta alle banche di liberare una parte del plafond che hanno ancora disponibile per l’acquisizione dei crediti

mercoledì 30 novembre 2022 - Redazione Build News

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Si è svolta il 29 novembre l’audizione informale dell’ANCE sul DL 176/22 “Aiuti-quater” (DDL 345/S), in presenza, presso la Commissione Bilancio del Senato.

Il DL Aiuti quater, osserva l'Associazione nazionale dei costruttori edili, “interviene purtroppo con un taglio anticipato al Superbonus senza prevedere una politica pluriennale per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici. Inoltre il testo risulta erroneamente in linea di continuità con scelte dei Governi precedenti che hanno cambiato le regole in corsa senza tenere in conto gli effetti nefasti.

Per questo motivo, è auspicabile un cambio di metodo ed il rapido avvio del tavolo di confronto sul futuro dei bonus edilizi annunciato dal Governo in modo da definire una politica che dia un orizzonte certo a famiglie ed imprese che intendono investire sulla riqualificazione del patrimonio edilizio del Paese. E’ inoltre prioritario offrire, già nella fase di conversione del decreto-legge “aiuti quater”, una soluzione alla crisi finanziaria che stanno affrontando le imprese di costruzioni. Dopo 12 anni di crisi, infatti, il settore è finalmente ripartito ma dopo aver resistito alla crisi, le imprese rischiano ora di “fallire per crediti” ovvero di fallire per la mancanza di liquidità dovuta al blocco della cessione dei crediti fiscali e al caro materiali.

Le priorità riguardano quindi:

- sbloccare immediatamente la cessione dei crediti fiscali per tutti i cantieri già avviati. Oggi, ci sono decine di migliaia di imprese che rischiano di fallire e migliaia di famiglie che rischiano concretamente di perdere la propria abitazione a causa dei debiti contratti, perché non riescono a trovare operatori finanziari in grado di acquistare i crediti generati.

Sotto questo profilo, le misure del DL Aiuti quater appaiono largamente insufficienti ed andrebbero integrate con la proposta di utilizzo degli F24 che l’Ance ha presentato insieme ad Abi. Tale misura permetterebbe di dare grande sollievo a imprese e famiglie, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica già definiti dal Governo in sede di aggiornamento della NADEF;

- sbloccare finalmente i pagamenti alle imprese per il caro materiali 2022 - a più di 6 mesi dall’approvazione delle misure nel DL “Aiuti” 50/2022 – e prorogare le misure al 2023. Senza ulteriori interventi, sono a rischio 23.000 cantieri in Italia.

COMMERCIALISTI: CONSENTIRE ALLE BANCHE DI LIBERARE UNA PARTE DEL PLAFOND CHE HANNO ANCORA DISPONIBILE PER L’ACQUISIZIONE DEI CREDITI DA BONUS FISCALI. Una misura che consenta alle banche di liberare una parte del plafond che hanno ancora disponibile per l’acquisizione dei crediti da bonus fiscali. È una delle proposte avanzate da Salvatore Regalbuto, Tesoriere del Consiglio nazionale dei commercialisti delegato all’area fiscale che, insieme a Pasquale Saggese, ricercatore della Fondazione Nazionale Commercialisti, ha rappresentato la Categoria nel corso dell’audizione sul decreto Aiuti Quater tenutasi presso la Commissione Bilancio del Senato. I commercialisti propongono che i crediti d’imposta derivanti dagli interventi ammessi al superbonus relativi alle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022 e non ancora utilizzati, possano essere riportati, ai fini del loro utilizzo in compensazione, sino al sesto periodo di imposta successivo a quello di competenza. “Questa soluzione operativa – ha spiegato Regalbuto – appare più idonea ad agevolare lo sblocco degli acquisti dei crediti d’imposta da parte delle banche dando loro maggiore flessibilità nelle compensazioni e superando i limiti dell’attuale formulazione del decreto che prevede la rigida trasformazione dei crediti utilizzabili in 4-5 anni in crediti utilizzabili in 10 anni, situazione che difficilmente spingerà le banche a riprendere gli acquisti in quanto, implicitamente, comporta un dimezzamento dei proventi finanziari legati alle operazioni”. “Le banche – aggiunge Regalbuto – hanno comprensibilmente adottato un atteggiamento prudenziale nella determinazione dei plafond per non correre il rischio di non avere capienza nelle compensazioni: conferire loro la flessibilità proposta dovrebbe consentire la ripresa degli acquisti in quanto si mitigherebbe sensibilmente il rischio prospettico di incapienza, spingendole a programmare nuovi acquisti senza correre il rischio di perdere definitivamente eventuali eccedenze relative a singole annualità”.

I rappresentanti della Categoria hanno anche richiesto l’emanazione di una norma di interpretazione autentica in tema di bonus fiscali diversi dai super bonus che, a seguito delle recenti pronunce della Corte di cassazione, chiarisca definitivamente che per i bonus minori non è necessario il riscontro di stati avanzamento lavoro, così come più volte ribadito sia dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che dall’Agenzia delle Entrate. Per Regalbuto “si tratta di un provvedimento assolutamente necessario per tutelare la buona fede e l’affidamento degli operatori e dei loro professionisti, che hanno seguito le indicazione interpretative del MEF e dell’Agenzia delle Entrate che ora, a seguito delle pronunce della Corte di cassazione, rischiano di essere messe in discussione aprendo squarci preoccupanti nella credibilità delle istituzioni interessate e alimentano nuove incertezze per le operazioni in corso”.

Necessaria, per i commercialisti, anche una norma che chiarisca la portata della proroga 31 dicembre del 2022 del sisma bonus acquisti.

La categoria ha infine chiesto l’estensione anche ai professionisti del credito d’imposta per le bollette del quarto trimestre di quest’anno. “Pur esprimendo apprezzamento per le misure volte a sostenere la ripresa economica e la produttività delle imprese – ha spiegato Regalbuto – il riconoscimento di questi crediti d’imposta alle sole “imprese”, ancorché non energivore, è suscettibile di provocare una rilevante disparità di trattamento nei confronti del comparto delle professioni che, al pari di quello imprenditoriale, risulta fortemente penalizzato dai notevoli rincari dei costi dell’energia e del gas. Nel vasto e frammentato panorama degli incentivi economici introdotti dal legislatore negli ultimi anni, è spesso accaduto che i professionisti e, più in generale, i lavoratori autonomi, siano rimasti impropriamente esclusi dalle agevolazioni, creando squilibri e svantaggi competitivi nel mercato concorrenziale della prestazione di servizi. Pensiamo sia invece necessario stabilire il principio dell’uguaglianza tra imprese e professionisti ai fini dell’accesso agli incentivi economici, in conformità ai principi del diritto europeo che sanciscono la piena equiparazione dei due comparti”.

IN ALLEGATO i documenti dell'Ance e del Cndcec consegnati agli atti della Commissione.

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