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Decreto caro-energia, Giovannini: “Primo passo in vista del Def”

Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini ha risposto ad alcune domande dopo il decreto che ha ridotto il costo dei carburanti

mercoledì 23 marzo 2022 - Redazione Build News

giovannini

La strategia dell'esecutivo per mettere in sicurezza la ripresa economica si definirà con il prossimo Documento di economia e finanza (Def) che sarà varato tra qualche settimana. Molto dipenderà anche dalle decisioni che prenderà il Consiglio europeo del 24 marzo e dall'auspicabile tregua nella guerra in Ucraina. A dirlo è Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, in un’intervista concessa a La Repubblica

Alla domanda “Perché la riduzione di 25 centesimi al litro ci sarà fino al 30 aprile e basta?” il ministro ha così risposto: “Con il Def si definirà il quadro economico e di finanza pubblica per quest'anno e a medio termine, e capiremo quali altri spazi di manovra ci potranno essere. In ogni caso vorrei far osservare che, dopo i 15 miliardi già stanziati nei mesi scorsi per calmierare i prezzi dell'energia, sui carburanti abbiamo ridotto il prezzo più di quanto fatto da altri governi europei. Poi dobbiamo vedere l'esito del prossimo Consiglio europeo, che speriamo disegnerà la strategia comune per fronteggiare la situazione economica continentale. Infine, tutti auspichiamo una tregua in Ucraina il prima possibile”. Quindi non è escluso che la misura possa essere prorogata. 

Un’altra domanda riguarda le imprese interessate dalla tassazione straordinaria e che hanno ottenuto extraprofitti grazie all'aumento del prezzo del gas.

Si va dai giganti energetici a intermediari che magari hanno comprato a prezzi più bassi alcuni mesi fa e ora vendono a prezzi più alti, ottenendo appunto extraprofitti. Vorrei anche ricordare che abbiamo deciso di allargare di 1,2 milioni la platea di famiglie più vulnerabili protette dal caro bollette. Si afferma così il principio che non spetta esclusivamente al settore pubblico intervenire per fronteggiare crisi provocate da cause esogene. Un'indagine della Banca d'Italia sulla distribuzione della ricchezza, peraltro, mostra come, durante la pandemia, sia cresciuta sia quella detenuta dalle imprese sia quella delle famiglie non toccate dalla crisi. 

Infine è stato chiesto se la guerra potrebbe suggerire di allungare i tempi della transizione ecologica. “Personalmente mi faccio un'altra domanda” – risponde Giovannini – quale vantaggio ci sarebbe ad allungare i tempi? Secondo me, nessuno: per questo dobbiamo accelerare. Basti pensare che se avessimo fatto cinque anni fa il PNRR, il Piano di ripresa e resilienza, oggi saremmo più attrezzati per affrontare lo shock. Pensiamo solo agli investimenti sulla portualità e sulle infrastrutture ferroviarie: prima le realizziamo, più forte sarà la nostra posizione competitiva in uno scenario di riorientamento geografico dei flussi di merci e persone a seguito della guerra”. 

Franco Metta

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