“Nell’attesa di leggere il testo definitivo approvato dal Consiglio dei Ministri, abbiamo il dovere, sulla base delle bozze circolate e dalle agenzie di stampa che si susseguono in queste ore, di far presente all’Esecutivo che le misure adottate nei confronti dei liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza private risultano assolutamente insufficienti”. Queste le parole del Presidente della Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo, in merito al decreto legge “Cura Italia” approvato ieri dal Consiglio dei ministri per fronteggiare l'emergenza economica e sanitaria causata dal coronavirus Covid-19.
“E’ doveroso, da parte nostra, ribadire che noi, liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza private, siamo lavoratori come tutti gli altri che contribuiscono, insieme alle altre categorie professionali, al mantenimento della spesa sociale. E’ inaccettabile la discriminazione che si sta attuando nei nostri confronti: in questo momento così delicato, non vogliamo, e non possiamo, sentirci subalterni a nessuno!”, aggiunge Comodo.
Conclude con un appello il Presidente della Fondazione: “L’istituzione del fondo da 300 milioni per coprire anche i professionisti iscritti agli ordini è insufficiente, occorrono nuove e decise misure straordinarie di sostegno al reddito anche per gli architetti e ingegneri liberi professionisti. Non chiediamo elemosina di Stato, vogliamo solo che si mettano in campo le misure necessarie per coprire i mancati introiti a causa dell’emergenza sanitaria. Allo sblocco dei crediti delle PA a favore dei liberi professionisti, che rappresenterebbe un primo positivo intervento, occorre un piano di investimenti di rilancio delle opere pubbliche strategiche per il Paese. Continueremo a fare la nostra parte, come abbiamo sempre fatto in ogni momento critico per il nostro Paese, con professionalità e competenza, il Governo deve però venirci incontro e comprendere che l’intera categoria sta attraversando un momento difficile con il rischio di un collasso se non si interviene prontamente”.
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