La notizia era nell’aria da un po’ di tempo ma ora sembra proprio arrivata la conferma ufficiale. Il decreto energia approvato ieri dal Consiglio dei Ministri n. 60 non contiene alcuna proroga al mercato tutelato. Dopo vari rinvii pertanto dal 2024 sia per le utenze di gas naturale (termine al 10 gennaio) sia per quelle di elettricità (fino al 1° aprile) si passerà al cosiddetto mercato libero. Si tratta infatti di un impegno assunto in sede europea con Bruxelles all’interno del PNRR.
Per evitare il passaggio brusco per oltre 5 milioni di utenze ancorate al mercato tutelato sarebbe allo studio una forma di transizione morbida, della quale però non si conoscono ancora i dettagli. Un altro punto non incluso in questo decreto riguarda le concessioni per l’idroelettrico che la Ue vorrebbe mettere a gara e dove invece si vorrebbe in qualche modo favorire chi gestisce quegli impianti da anni.
Cosa prevede il decreto energia
Su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il Cdm ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia.
In particolare si dà il via a una riforma delle agevolazioni a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica (le cosiddette imprese energivore), in modo da adeguare la disciplina nazionale a quella europea in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell’ambiente e dell’energia 2022.
Inoltre, nel quadro delle riforme settoriali previste dalle singole Missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), si attua una semplificazione amministrativa di alcune procedure in materia energetica, al fine di rimuovere gli ostacoli amministrativi e procedurali che possono condizionare negativamente le attività economiche.
Autoproduzione di energia rinnovabile
Si introducono inoltre misure volte ad accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile. Nel caso di più istanze concorrenti per la concessione della medesima superficie, gli enti concedenti, ai fini dell’individuazione del concessionario, attribuiscono una preferenza ai progetti di impianti fotovoltaici o eolici volti a soddisfare il bisogno energetico dei soggetti iscritti nell’elenco delle imprese a forte consumo di energia elettrica istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali.
Si prevede il rilascio di nuovi titoli abilitativi per la coltivazione di idrocarburi, a un prezzo che rifletta il costo di produzione più il congruo tasso di remunerazione, a fronte dell’impegno dei soggetti interessati a cedere quantitativi di gas al GSE che, a sua volta, si impegna ad allocarli sul mercato, destinandoli prioritariamente alle imprese “gasivore”. Si semplifica il procedimento per la realizzazione di condensatori ad aria presso centrali esistenti.
Eolico off-shore
In materia di impianti eolici galleggianti in mare, per favorire il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, si prevede l’individuazione di aree demaniali marittime, in due porti del Mezzogiorno soggetti alla gestione di un’Autorità di sistema portuale, da destinare alla realizzazione di infrastrutture idonee allo sviluppo degli investimenti del settore della cantieristica navale per la produzione, l’assemblaggio e il varo di piattaforme galleggianti. Si realizzerebbe così il progetto del polo industriale al Sud per l’eolico offshore con un investimento da 420 milioni di euro dal 2024 al 2026 (fondi che non rientrano nel Pnrr). Restano ancora però da conoscere i dettagli (individuazione delle aree, mappatura e permitting) per i quali presumibilmente si ricorrerà a decreti ministeriali.
Il decreto energia introduce infine disposizioni finalizzate alla realizzazione di nuovi sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento efficiente o all’ammodernamento di quelli esistenti, con il riconoscimento di agevolazioni a 15 progetti che, seppur rientranti tra quelli ammissibili e finanziabili, non sono stati finanziati a valere sulle risorse del PNRR.