Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda ha firmato il decreto sul nuovo regime incentivante per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, che prevede incentivi per 435 milioni di euro l'anno per un totale di 9 miliardi nell'arco di 20 anni.
Il provvedimento è stato firmato anche dal ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti, e dopo la firma del ministro delle Politiche agricole sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
COME VERRANNO DISTRIBUITE LE RISORSE. Nella presentazione del Mise si legge che i 435 milioni annui per 1370 megawatt complessivi l'anno sono così distribuiti:
Eolico onshore: 85 milioni di euro per 860 MW. Si tratta di un settore a basso costo incentivo, che ha dimostrato di poter sviluppare un’ampia concorrenza sulle procedure di accesso. Gli investimenti promossi hanno elevate ricadute sulla supply chain nazionale di impianti e componentistica.
Eolico off-shore: 10 milioni per 30 MW. La previsione consente di recuperare investimenti già avviati nel settore e sperimentare il regime di aiuto su una tecnologia non diffusa in Italia.
Idroelettrico: 61 mln per 80 megawatt. Come per l’eolico, si tratta di una tecnologia a costo di incentivazione relativamente basso, con un buon potenziale di crescita soprattutto di piccoli impianti, e buone ricadute sulla filiera nazionale.
Geotermico: 37 mln per 50 MW. E’ un settore in cui l’Italia vanta una indubbia leadership internazionale. Oltre alla geotermia tradizionale, il decreto indirizza il sostegno in modo prioritario verso tecnologie innovative a basso impatto ambientale.
Biomasse: 105 milioni per 90 MW. La valorizzazione energetica di scarti e residui rappresenta un’importante modalità di integrazione tra agricoltura ed energia e di promozione dell’economia circolare, con positive ricadute sull’economia territoriale.
Rifiuti: 10 mln per 50 megawatt. Si offre uno strumento per la chiusura del ciclo rifiuti, nel rispetto della gerarchia europea di priorità di trattamento.
Solare termodinamico: 98 mln per 120 MW. Si introduce la possibilità di dimostrare tecnologie innovative, su cui il nostro Paese ha sviluppato importanti brevetti, con forti potenziali di sviluppo su mercati esteri.
Rifacimenti: 29 milioni per 90 megawatt. L’obiettivo è il mantenimento in efficienza della potenza (eolica e idrica, soprattutto) esistente, a costi contenuti e con un miglioramento dell’efficienza impiantistica e senza nuovi impatti ambientali.
I PIANI DI ENI, ENEL E TERNA. Oggi si è tenuta una conferenza stampa a Palazzo Chigi sul futuro delle rinnovabili e dell'energia in Italia, alla quale ha partecipato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e gli Amministratori delegati di Eni, Claudio Descalzi, e di Enel, Francesco Starace.
Oggi – ha scritto su facebook il premier Renzi - abbiamo presentato con Eni, Enel, Terna e i ministri Galletti e Calenda i prossimi interventi sulle energie alternative. Eni investirà da Manfredonia a Gela, da Venezia alla Sardegna nelle rinnovabili. E non si disimpegna dalla chimica verde. Enel ha pronti oltre due miliardi sui contatori digitali e altrettanti per le rinnovabili. Entrambe le aziende sono impegnate in accordi universitari di grande profilo con Politecnici italiani. Terna impegnerà un miliardo all'anno per i prossimi quattro anni nella distribuzione, dopo l'inaugurazione dello scorso maggio del ponte "sotto" lo Stretto”. Il ministro dell'Ambiente Galletti “ha presentato i bandi aperti, per un valore di 900 milioni e Calenda ha firmato il nuovo decreto che vale 9 miliardi nei prossimi vent'anni.