Con il decreto Infrazioni approvato ieri in Consiglio dei Ministri (LEGGI TUTTO), il governo interviene su diverse procedure a carico dell’Italia in campo ambientale: quelle per la qualità dell’aria, sull’esposizione a radiazioni ionizzanti e in campo energetico. In particolare, su impulso del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica guidato da Gilberto Pichetto, sono introdotte nuove misure per accelerare l’uscita da quattro procedure d’infrazione comunitaria, da un caso di pre-infrazione, oltre che per agevolare la chiusura di un caso di aiuto di Stato.
Sulla qualità dell’aria, oggetto di tre diverse procedure pendenti sull’Italia per i valori di PM10, PM2,5 e biossido di azoto, il provvedimento prevede che le Regioni e le Province autonome possano disporre riduzioni di velocità di circolazione dei veicoli anche permanenti sulle strade extraurbane, nei tratti stradali che attraversano centri abitati o in prossimità degli stessi. La norma contempla la possibilità per i comuni di stabilire, in determinate zone, diversi tempi massimi di permanenza tra ingresso e uscita, anche differenziati per categorie di veicoli o di utenti. Si prevede anche un limite progressivo alla pratica di abbruciamento dei residui vegetali, come quelli agricoli, nelle Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Entrambe le novità trovano aderenza con le misure previste nel cosiddetto “Protocollo di Torino”, funzionale al superamento dell’infrazione nell’area padana.
Per individuare le aree prioritarie in cui sia maggiore l’esposizione al radon in abitazioni, edifici pubblici e luoghi di lavoro, attività prevista dal relativo Piano d’azione, viene istituito un fondo con una dotazione di dieci milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025. Un ulteriore fondo dello stesso importo annuale dal 2023 al 2031 servirà invece a finanziare interventi di riduzione e prevenzione del radon indoor e per sinergici interventi di efficientamento energetico.
Sull’altro capitolo, quello energetico, si punta alla chiusura dell’EU Pilot sulla rete di distribuzione gas, tornando all’analisi costi-benefici e dunque alla verifica dell’efficienza degli investimenti in alcune zone del Sud e nei comuni montani in cui era prevista la piena copertura tariffaria delle opere per potenziare o costruire nuove reti o impianti. Viene infine agevolata, nello stesso provvedimento, la chiusura di un caso di aiuto di Stato, aprendo espressamente la possibilità per l’accumulo di fornire il servizio di interrompibilità del carico elettrico.