Il decreto Salva-casa (Decreto Legge 29 maggio 2024, n. 69) è entrato ufficialmente in vigore il 30 maggio, ovvero il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta. Il 3 giugno ha iniziato il suo iter parlamentare con i lavori preparatori alla Camera (atto 1896) e l’assegnazione alla 8ª Commissione permanente (Ambiente, territorio e lavori pubblici) in sede referente e richiederà i pareri delle commissioni Comitato legislazione, 1ª (Aff. costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze), 7ª (Cultura), 10ª (Att. produttive), 12ª (Aff. sociali), Questioni regionali. L’inizio vero e proprio dell’esame è previsto nei prossimi giorni mentre la conversione in legge dovrà avvenire entro il 28 luglio 2024, pena la decadenza del provvedimento naturalmente.
Il cantiere degli emendamenti
Già nei giorni prima della pubblicazione in Gazzetta si è però cominciato a parlare di possibili emendamenti che alcuni partiti della maggioranza (Lega in primis) potrebbero proporre. Il più stimolante sembra essere quello che riguarda i requisiti di abitabilità che come ha spiegato Luca Dondi, ad di Nomisma. “potrebbe favorire un aumento dell’offerta delle abitazioni regolarizzate, in particolare delle cosiddette “mini case”, di
qualità non elevata e rivolte agli acquirenti più in difficoltà con il credito”. Questo potrebbe avvenire tecnicamente con l’abbassamento del limite di metri quadrati ritenuti abitabili oppure anche con il cambio di destinazione d'uso di un locale posto al piano terra per ricavarne un'abitazione, come sollecitato dai piccoli Comuni e dai Borghi storici.
Verrebbe così a crearsi un parco di mini-appartamenti abitabili già a partire dai 20 metri quadri per una persona (28 mq è il limite attuale), 28 metri quadri per due persone (38 mq è il limite attuale), oppure di locali a piano terra con un limite ai soffitti di 2,4 metri e se ne ricaverebbero altri estendendo le tolleranze degli immobili ancora da costruire.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti cambierà nome?
Come sappiamo, ad inizio legislatura, con il Governo Meloni, diversi dicasteri hanno subito una modifica alla loro denominazione a seguito del riordino delle loro attribuzioni. Il decreto-legge n. 173 del 2022 poi divenuto legge, stabiliva le nuove denominazioni e competenze di cinque ministeri: il Ministero dello sviluppo economico diventava Ministero delle imprese e del made in Italy; il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste; il Ministero della transizione ecologica, Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica; il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; il Ministero dell'istruzione, Ministero dell'istruzione e del merito.
Probabilmente memore di questi cambiamenti, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha lanciato l’idea di cambiare il nome anche al suo ministero, da Mit a Mite, dove la “e” finale sta per edilizia.
"Me lo chiedono tante categorie professionali che vorrebbero un unico ministero – da detto il ministro. Già ce ne occupiamo, di edilizia pubblica e privata. Al di là del superbonus, le tematiche dell'edilizia sono già di nostra competenza".