La revisione del Codice dei contratti pubblici fa parte da diversi anni dell'interesse dell'industria meccanica italiana, e non solo. «Da una corretta applicazione del Codice – dichiara il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli – potrebbe dipendere un impiego più efficiente delle risorse pubbliche, e in particolare di quelle messe a disposizione nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Intervenire sulla regolamentazione dei contratti pubblici e delle gare d'appalto risulta quindi oggi fondamentale, dal momento che soprattutto da questo passerà la capacità di gestire al meglio i fondi europei».
Ad oggi risulta nei fatti inevasa l'indicazione presente nelle linee guida del 2019 della Commissione europea sulle offerte di prodotti da Paesi terzi, ripresa nell'Art.137 del Codice Appalti. Tale direttiva raccomanda, in ogni occasione possibile, l'attento controllo delle offerte/forniture con aggiudicazioni che limitino al 50% il massimo importo totale offerto da aziende di Paesi terzi con i quali l'Europa non abbia accordi di reciprocità doganale.
Le proposte attualmente in fase di discussione alla Camera dei Deputati, presentate dagli Onorevoli Mazzetti, Silvestri e Foti prevedono una modifica dell'attuale articolo 137 del Codice, volta a rendere più stringenti le sanzioni per le stazioni appaltanti che, pur potendo procedere diversamente, decidano di ricorrere a una quota maggioritaria di prodotti e servizi provenienti da Paesi Terzi. In linea con le prescrizioni europee, la modifica andrebbe a superare l'attuale richiesta di un'autocertificazione – nei fatti insufficiente per limitare questo tipo di attività – inserendo una più esplicita sanzione monetaria per le stazioni appaltanti inadempienti.
Considerando le importanti implicazioni positive sull'industria italiana che questa misura comporterebbe, Anima esprime apprezzamento per la presenza della proposta tra gli emendamenti considerati prioritari tra quelli presentati al Decreto Semplificazioni (DL 77/2021) attualmente all'esame presso le Commissioni Affari Costituzionali e Ambiente della Camera dei Deputati e che saranno posti in votazione nei prossimi giorni, nella speranza che sia colta da parte di tutte le forze politiche l'occasione per intervenire in difesa del Made in Europe e del Made in Italy.