Inarsind, il sindacato degli architetti e ingegneri liberi professionisti, interviene nella diatriba che in questi giorni vede contrapposti gli ingegneri e architetti, da un lato, e gli altri professionisti tecnici – in primis geometri e periti industriali – dall'altro, a seguito della pubblicazione del decreto sismabonus il quale, all'articolo 3 comma 1, ha stabilito che “l’efficacia degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico è attestata dai professionisti incaricati dalla progettazione strutturale, direzione lavori delle strutture e collaudo statico in possesso di una laurea in ingegneria o in architettura secondo le competenze di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001 , n.328 e iscritti ai relativi Ordini professionali di appartenenza”.
“In questi giorni – scrive il Presidente Inarsind Ing. Salvo Garofalo - geometri e periti lamentano che il loro mancato inserimento nelle diagnosi sismiche e nelle progettazioni collegate al “sismabonus”, riservate esclusivamente agli ingegneri e architetti, sia un errore o una clamorosa svista. Al contrario Inarsind sostiene che il Ministro non ha fatto alcun errore né tanto meno si è trattato di una disattenzione anzi che si tratta di una decisione saggia e ponderata e la motivazione di tale scelta, per chi è in buona fede, si comprende già a partire dall’oggetto del D.M “Linee Guida per la classificazione di rischio sismico delle costruzioni”. Quando mai geometri e periti hanno avuto competenze nel campo delle strutture in zona sismica? Dobbiamo ricordare ancora una volta che ai tecnici diplomati è consentita esclusivamente “la progettazione, direzione e vigilanza di modeste costruzioni civili, con esclusione in ogni caso di opere prevedenti l’impiego di strutture in cemento armato, a meno che non si tratti di piccoli manufatti accessori, nell’ambito di fabbricati agricoli o destinati alle industrie agricole e comunque non richiedono particolari operazioni di calcolo, e che per la loro destinazione non comportino pericolo per l’incolumità pubblica”?
Nella sostanza il Decreto in questione mira al rispetto del valore della salvaguardia della vita umana, attraverso l’applicazione del Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008 che prevede complesse valutazioni, modellazioni e calcoli con analisi statiche lineari e non lineari, analisi dinamiche modali, pushover, verifiche per azioni statiche, sismiche, del primo e second’ordine, su edifici esistenti oggetto di vulnerabilità a varia complessità e pericolosità. Tutte questioni che richiedono un’elevata preparazione tecnica del professionista laureato in ingegneria ed architettura come in questi anni costantemente ha ribadito la giurisprudenza a tutti i livelli dalla Corte di Cassazione fino al Consiglio di Stato.
Sarebbe opportuno a questo punto – conclude Garofalo - che i Ministeri competenti, i Sindacati di categoria e i Consigli Nazionali sedessero attorno ad un tavolo per aggiornare definitivamente e in maniera chiara e puntuale le competenze professionali in campo tecnico anche per evitare sterili e inconcludenti polemiche”.
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