di Franco Metta
Atteso in Cdm all’inizio della prossima settimana, il D.L. “Sostegni” — nuovo nome del “Ristori 5” — punta a sostenere le imprese e l’economia, indennizzando le attività economiche che hanno maggiormente risentito della crisi economica causata dall’emergenza pandemica. Si tratta del primo decreto di natura economica del governo Draghi e prevede stanziamenti per circa 9,5 miliardi di euro, attinti dai 32 miliardi già autorizzati dal Parlamento con lo scostamento di bilancio. La bozza del provvedimento è composta attualmente da 26 articoli per un totale di 49 pagine. Di seguito una sintesi dei provvedimenti più importanti.
Contributi a fondo perduto
La prima bozza del Decreto Sostegni (art. 1) prevede aiuti a fondo perduto da un minimo di mille a un massimo di 150 mila euro che saranno destinati a tutte le attività economiche con partita Iva (quindi sia professionisti sia imprese) che hanno subìto perdite di fatturato di almeno il 33% e con ricavi fino a 5 milioni di euro.
Il calcolo dell’indennizzo dovrebbe però essere diverso rispetto a quanto ipotizzato nella prima bozza, come ha riportato il Sole 24Ore martedì 9 marzo: la base di calcolo sarebbe rappresentata dalla perdita media mensile subita nel 2020 rispetto al 2019. Il risultato dovrebbe essere poi moltiplicato per due e infine si applicherebbe il parametro percentuale secondo quattro fasce di fatturato invece delle tre previste nella prima bozza: 30% per chi ha fatturato fino a 100.000 euro nel periodo d’imposta 2019, 25% per fatturati compresi tra 100 e 400 mila euro, 20% fino a un milione di euro e infine 15% fino a 5 milioni di euro, ottenendo così l’importo finale dell’indennizzo.
Per quanto riguarda gli indennizzi a fondo perduto, quindi, non sono previste allo stato attuale differenze di trattamento specifiche tra lavoratori autonomi (professionisti e artigiani) e piccole aziende (bar, ristoranti, etc.). Gli unici elementi presi in considerazione sono appunto la perdita di fatturato media mensile tra il 2019 e il 2020 di almeno il 33% e il volume d’affari complessivo registrato nel periodo d’imposta 2019, elemento quest’ultimo che determina la fascia di appartenenza e il relativo parametro percentuale.
Il nuovo meccanismo di calcolo permetterebbe di seguire i diversi effetti stagionali subiti dalle varie attività nel corso del 2020. Inoltre con esso verrebbe superato il precedente criterio di individuazione dei beneficiari utilizzato lo scorso anno e basato sui tanto discussi codici Ateco. Questo porta di fatto a un ampliamento della platea: secondo le stime, potranno beneficiarne almeno 800 mila professionisti che erano stati esclusi dai ristori di fine 2020. I beneficiari infine potranno scegliere liberamente come ricevere l’indennizzo, tramite contributo diretto (bonifico bancario da parte dell’Agenzia delle Entrate) oppure sotto forma di credito d’imposta da utilizzare in compensazione tramite modello F24. Attenzione però, perché la scelta effettuata dal contribuente sarebbe irrevocabile. Vale la pena di ricordare che il contributo a fondo perduto non concorre alla base imponibile delle imposte sui redditi né alla formazione del valore della produzione netta.
Sostegno agli operatori turistici invernali
L’articolo 2 del decreto prevede l’istituzione di un fondo Montagna destinato ad aiutare gli operatori turistici invernali che, come noto, non hanno finora potuto avviare regolarmente la stagione, vuoi per l’obbligata chiusura degli impianti sciistici, vuoi anche per l’impossibilità nella maggioranza dei casi di spostarsi da una Regione all’altra, eccezion fatta per quei nuclei familiari con seconda casa. Agli operatori turistici sarebbero destinati 600 milioni di euro, da distribuire attraverso le Regioni e in ogni caso fatto salvo il contributo previsto dall’art. 1.
Fondo autonomi e professionisti
Il fondo per autonomi e professionisti, previsto dall’art. 3, rappresenta ancora un punto interrogativo. La prima bozza del provvedimento all’esame del Cdm non fornisce informazioni dettagliate, lasciando solo ipotizzare che possa essere inserito un intervento mirato, in favore di queste categorie di lavoratori.
Sospensione riscossione e stralcio dei debiti
Oltre ai ristori diretti destinati alle partite Iva, nel nuovo decreto (art. 4) è previsto lo stralcio delle cartelle inviate ai contribuenti fra il 2000 e il 2015, entro una certa soglia. Secondo il Mef la cancellazione dei vecchi crediti fino a 5.000 euro costerebbe meno di 2 miliardi di euro, da spalmare su due anni. Prevista inoltre una nuova sanatoria per gli avvisi bonari relativi alle dichiarazioni dei periodi d’imposta 2017 e 2018: le partite Iva con perdita del 33% del volume d’affari potranno accedere alla cosiddetta definizione agevolata, che consiste nel pagamento di imposta e interessi senza sanzioni aggiuntive.
Sempre l’art. 4 del decreto Sostegni prevede anche la proroga del periodo di sospensione delle attività dell’agente della riscossione (Agenzia delle Entrate). Sono sospesi i termini dei versamenti, scadenti nel periodo dall’8 marzo al 30 aprile 2021, gli avvisi previsti dagli art. 29 e 30 del decreto legge 31 maggio 2010 e i termini dei versamenti derivanti da cartelle di pagamento notificate dal 1° marzo 2020 al 30 aprile 2021. I versamenti oggetto di sospensione dovranno essere effettuati in unica soluzione entro il sessantesimo giorno successivo al termine del periodo di sospensione.
Disposizioni in materia di lavoro
Il Decreto (Titolo II) dovrebbe portare con sé la proroga dello stop ai licenziamenti fino al 30 giugno per tutti, anche se si ipotizzano alcune deroghe (cessazione definitiva dell’impresa, accordo collettivo di incentivo all’esodo e fallimenti), e sarebbe controbilanciato dall’allungamento fino a fine anno della Cig Covid-19. Previsti inoltre il rifinanziamento per 1 miliardo di euro del reddito di cittadinanza e la proroga del reddito di emergenza.
Misure in materia di salute e sicurezza
Un altro capitolo importante del decreto Sostegni in bozza (Titolo III) riguarda interventi in materia di salute e sicurezza. Dovrebbero essere infatti stanziati 2,1 miliardi per l’acquisto di vaccini e farmaci, 388 milioni per il Piano vaccini, 345 milioni per il coinvolgimento dei medici di famiglia nella campagna vaccinale, 51,6 milioni per i Covid hospital e 200-300 milioni per la creazione del Polo per la vaccinologia e farmaci biologici.
Enti territoriali e altre disposizioni urgenti
Gli ultimi due titoli del decreto Sostegni illustrano gli interventi per assicurare le funzioni degli enti territoriali e altre disposizioni urgenti.
Nel primo caso si tratta degli incrementi delle risorse in favore di comuni, città metropolitane, province oppure in favore di regioni e province a statuto speciale. Per esempio l’istituzione di un fondo per il ristoro parziale dei comuni a fronte delle minori entrate derivanti dalla mancata riscossione dell’imposta di soggiorno o del contributo di sbarco. Oppure la norma investimenti finalizzata a progettazione, contributi, monitoraggio, potenziamento di asili nido.
Le disposizioni urgenti riguardano invece il proseguimento e l’estensione dei periodi di validità di aiuti già in essere al trasporto pubblico locale, ai corpi di PS, VVF, polizie locali, capitanerie di porto e l’incremento del fondo cassa per la chiusura delle anticipazioni di tesoreria 2020.
La protesta delle partite Iva
Il 10 marzo, a Roma, in piazza San Giovanni, sono scese in piazza le Partite Iva per quello che risulta essere il primo storico sciopero. Se da un lato l’evento dimostra come le misure attuate dal governo precedente siano state inadeguate per dare ristoro e per impedire il fallimento di alcune attività, dall’altro è questo il primo significativo segnale all’indirizzo del governo Draghi. Governo che, certamente sta lavorando in silenzio, e ciò di riflesso non può che far crescere l’attesa e le aspettative di coloro che in questo momento stanno maggiormente soffrendo e tirando la cinghia.
La manifestazione di è stata d’altronde finalizzata all’apertura di un tavolo di confronto e concertazione, attraverso cui ascoltare le istanze che giungono da lavoratori autonomi, professionisti, piccole aziende. Un tavolo però che a questo punto potrebbe far ulteriormente slittare l’approvazione del decreto, già rimandato una volta, e quindi allontanare nel tempo gli aiuti economici che ora servono più che mai.