di Franco Metta
Con il voto di fiducia di ieri in Senato al Decreto Sostegni sono state confermate una moltitudine di piccole misure presenti nel maxi-emendamento destinate a ridurre i costi fissi che gravano sulle imprese. Si va dalla cancellazione della prima rata Imu per esercizi commerciali e strutture ricettive, alla sospensione del canone unico patrimoniale per l’occupazione di suolo pubblico (la cosiddetta tassa sui tavoli) fino al 31 dicembre, allo stop del canone Rai per i locali pubblici.
Nelle pieghe del maxi-emendamento figurano però anche altri aiuti in ordine sparso come i 1.000 euro per gli autonomi che hanno attivato la partita Iva nel 2018 e che hanno avviato l’attività nel 2019, restando di fatto esclusi dal meccanismo del contributo a fondo perduto; oppure ancora i 20 milioni per i bus turistici, altrettanti per le emittenti televisive, 5 milioni per il settore termale. Rivisti inoltre i criteri di ripartizione dei 700 milioni di aiuti da destinare alle imprese che gestiscono gli impianti di risalita e agli altri operatori del settore del turismo invernale.
Non si sa se questi aiuti basteranno. Forse anche per questo che per le imprese in difficoltà è stata fatta slittare di un anno l’entrata in vigore degli obblighi di segnalazione da parte dell’Agenzia delle Entrate previsti dal codice della crisi d’impresa. E per velocizzare la macchina dei ristori suo crack bancari la commissione che esamina le pratiche può ora contare su 14 componenti. Nessun cambiamento infine per quel che riguarda lo stralcio delle cartelle che come da previsione resta automatico fino a 5 mila euro per quelle dal 2000 al 31 dicembre 2015, per redditi dichiarati fino a 30 mila euro.