di Franco Metta
Il Dl Sostegni è atteso in dirittura d’arrivo questa settimana in Cdm. Tra gli obiettivi del governo, c’è quello di allargare la platea dei beneficiari. Come? Innanzitutto con l’abbandono del criterio basato sui codici Ateco: a trarre vantaggio dal nuovo provvedimento saranno circa 800 mila professionisti (avvocati, commercialisti, geometri, ingegneri architetti, etc.), esclusi dai precedenti “decreti ristori”, e che potranno così venire in parte ristorati sul calo del fatturato registrato nel 2020.
Altro obiettivo, di non facile attuazione, è quello di mantenere snella e immediata l’impostazione del decreto, che nelle previsioni di Palazzo Chigi e Mef non dovrebbe superare i 50 articoli. Solo così infatti si potrebbe mantenere il proposito di dare il via ai bonifici (possibile anche l’opzione del credito d’imposta) entro 10 giorni dall’entrata in vigore e concludere tutta l’operazione entro il 30 aprile. Si punterebbe inoltre a evitare la sovrapposizione tra questo provvedimento e il Recovery Plan da presentare in Europa entro fine aprile.
Rispetto alle prime bozze del decreto c’è inoltre l’allargamento a tutte quelle attività che nel 2019 hanno fatto registrare un fatturato di 10 milioni di euro (invece che 5 milioni) e che nell’anno successivo hanno registrato un calo di almeno il 33%. Entrando più nello specifico della misura di sostegno, che manda in soffitta il reddito di ultima istanza proposto con il Dl 18/2020 “Cura Italia”, a beneficiarne saranno anche i professionisti iscritti alla gestione separata delle diverse Casse previdenziali. Lavoratori stagionali e dello sport si vedranno invece replicare l’intervento già sostenuto dall’Inps. Infine un aiuto, indiretto, ai professionisti può derivare dallo stralcio delle cartelle nel periodo 2000-2015, fino a 5 mila euro.