È arrivato anche il commento di CNA Costruzioni e di CNA Installazioni Impianti al decreto-legge n. 212/2023 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre 2023) che introduce, oltre all’ennesima modifica alle disposizioni del Superbonus 110%, novità sulle opzioni alternative alle detrazioni fiscali e sui bonus barriere architettoniche (leggi tutto).
Senza proroga contenziosi per 6 miliardi
“Con il decreto legge 212/2023 il Governo ha scelto di non dare risposte a imprese e cittadini sulle criticità del Superbonus 110%, ignorando le sollecitazioni della CNA a definire una exit strategy ordinata. CNA Costruzioni e CNA Installazioni Impianti sottolineano che la mancata proroga (circoscritta e limitata nel tempo) per portare a termine migliaia di cantieri rappresenta l’indifferenza o la sottovalutazione dell’esecutivo rispetto a una situazione complessa e complicata che nel tempo ha stratificato i problemi alimentati da una normativa priva di certezza e stabilità.
Il persistente blocco delle cessioni, l’assenza di soluzioni per i crediti incagliati e la mancanza di una proroga per i condomini hanno gettato cittadini e imprese in un abisso, con la prospettiva molto concreta di assistere a un elevato contenzioso tra committenti e appaltatori di cui è difficile prevedere gli effetti. Sulla base degli ultimi dati Enea, il rischio di contenziosi riguarda 6 miliardi di euro di investimenti per la riqualificazione dei condomini, ammessi a detrazione ma senza più opzione di cessione del credito e con beneficio dal 110% al 70%”.
Ennesima chimera la misura di sostegno al reddito
Secondo CNA Costruzioni e CNA Installazioni Impianti anche la “misura di sostegno al reddito” introdotta dal decreto “rappresenta l’ennesima chimera. La capacità di dare risposte alle criticità del Superbonus 110% è tutt’altro che certa, essendo subordinata all’emanazione di un ulteriore decreto e richiedendo una preventiva esposizione finanziaria da parte del condomino che alimenta incertezza e preoccupazione.
Da sottolineare, inoltre, che tale strumento di supporto, il fondo per compensare il differenziale tra il 110% e il 90%, si è rivelato da subito decisamente inefficace. La mancanza di chiarezza e garanzie nella operatività del fondo non fa altro che preparare il terreno per ulteriori tensioni e dispute all’interno della comunità condominiale.
Le legittime aspettative di cittadini e imprese per concludere gli interventi di riqualificazione in modo ordinato sono state tradite confermando il profondo divario tra le reali esigenze del Paese e gli orientamenti della politica”, concludono.