“Affrontata e risolta la situazione di emergenza connessa alla situazione dei cantieri rallentati o sospesi e dei crediti incagliati, invitiamo a non disperdere i risultati sino a questo momento conseguiti in termini di rilancio del settore edile e dell’intera economia del Paese, e di sfruttare appieno il potenziale in termini di crescita economica attivato con il Superbonus 110% e con le altre detrazioni edilizie, contribuendo, parallelamente, ad una riqualificazione edilizia ed energetica, in linea con il valore della sostenibilità ambientale ed in un’ottica prospettica funzionale al rafforzamento degli obiettivi di decarbonizzazione del settore, puntando ad avere un parco immobiliare a emissioni zero”.
È quanto si legge nelle conclusioni del testo dell'audizione della vicepresidente di Confprofessioni, notaio Claudia Alessandrelli, dinanzi alla Commissione Finanze della Camera, sul D.L. 212/2023, recante: “Misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119 ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77”.
Il tentativo è di trovare una soluzione anche per gli edifici condominiali che devono ancora terminare i lavori ammessi a detrazione, per un importo di circa 10 miliardi di euro.
Stabilizzare le agevolazioni fiscali
«A distanza di 44 mesi dall’entrata in vigore del Superbonus 110%, dopo il trentesimo intervento di modifica e correzione delle misure, auspichiamo l’adozione di un indirizzo definitivo, in un’ottica di stabilizzazione delle agevolazioni fiscali nel settore dell’edilizia», ha detto Alessandrelli.
Non funziona la soluzione della “sanatoria fiscale”
«La soluzione della “sanatoria fiscale” contenuta del Decreto risponde all’obiettivo di non provocare ulteriori ripercussioni per i committenti, tuttavia non sembra idonea ad evitare eventuali contenziosi che potranno sorgere tra imprese, professionisti e condominii a causa del rallentamento o della sospensione dei cantieri», sottolinea Alessandrelli. «Inoltre, la sanatoria non tiene conto della complessa realtà tecnica che sta dietro al mondo dell’edilizia ed è altamente probabile che si renderanno comunque necessarie alcune opere di completamento nel 2024 i cui costi è opportuno chiarire come saranno disciplinati, in sede di conversione».
Accorpare tutti i bonus sotto un’unica detrazione, o rimodulare gradualmente i meccanismi
«L’impatto dei bonus e del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia andrebbe valutato oggettivamente, prendendo in considerazione non il solo calcolo dell’impatto sulla spesa pubblica e sul disavanzo per lo Stato, ma anche le ripercussioni economiche e sociali, di medio-lungo periodo, che hanno generato una serie di esternalità positive», sottolinea la vicepresidente di Confprofessioni, auspicando una revisione complessiva del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia, accorpando, per esempio, tutti i bonus sotto un’unica detrazione fiscale, o rimodulando gradualmente i meccanismi con modalità di incentivazione differenziata, in base alle classi energetiche o alle classi di rischio delle costruzioni, anche in vista della Direttiva case green.
«È evidente come sia impensabile raggiungere gli obiettivi della Direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici senza un sistema di misure stabili e di incentivi, che possa contribuire alla realizzazione delle opere di efficientamento energetico con una prospettiva di lungo termine, conclude Alessandrelli. «Un obiettivo particolarmente sfidante per l’Italia poiché si stima che nel nostro Paese circa 1,8 milioni di edifici residenziali sul totale di 12 milioni rientrino tra gli edifici più energivori (con classe energetica G), mentre il Superbonus 110% ha riguardato sino ad ora meno di 500 mila edifici».