Sono stati presentati in Commissione Finanze della Camera circa 130 emendamenti al “Decreto Superbonus” - decreto-legge n. 212/2023, che introduce l’ennesima modifica alle norme del Superbonus 110%, novità sulle opzioni per la cessione o per lo sconto in luogo delle detrazioni fiscali e sul bonus barriere architettoniche.
"Il Parlamento valuti una proroga o almeno il Sal straordinario come richiesto dall'Ance", chiede l'OICE, l'Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria.
Condivisa la posizione dell'Ance
"Condividiamo pienamente ‐ afferma Giorgio Lupoi, Presidente OICE ‐ la posizione Ance sul Superbonus, perché l'attuale decreto non risolve nessuna delle imponenti criticità emerse e sottoposte ripetutamente all'attenzione dell'Esecutivo. Finora le richieste di tutto il settore, comprese quelle di chi opera nella fase progettuale e di asseverazione degli interventi, sono rimaste colpevolmente inascoltate. Si potrebbe ancora fare qualcosa per evitare ulteriori spiacevoli situazioni ai proprietari e al settore imprenditoriale. Ci auguriamo che il Parlamento se ne prenda carico, valutando se vi siano margini per una proroga a febbraio o per altre misure."
Per Fabio Tonelli, Coordinatore OICE Abruzzo e del Gdl OICE Superbonus, "se veramente Governo e Parlamento intendono almeno risolvere qualcuna delle più gravi problematiche che forzatamente sono state imposte all'intero settore delle costruzioni, occorrerebbe quantomeno che urgentemente sia reso possibile il SAL Straordinario per consentire l'ammissibilità dei lavori al 110% a tutto il 31/12/2023 e quindi la gestione al 70% dei lavori rimanenti (evitando ulteriori enormi danni), nonché garantire la riapertura all'acquisto dei crediti d'imposta accumulatisi nei cassetti fiscali di proprietari, professionisti e imprese (è bene ricordare che il settore professionale è stato completamente ignorato dal mondo bancario), per evitare l'ingigantirsi di un mercato, per usare un eufemismo, eticamente raccapricciante dei crediti fiscali che prende al collo un numero sempre più consistente di soggetti, nell’indifferenza di chi dovrebbe occuparsene.”
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