“Per i piccoli cantieri, va garantita alle imprese una maggiore flessibilità sui tempi e la possibilità di evitare l’analisi del materiale quando le informazioni sulla sua natura sono già disponibili. In aggiunta, nei micro-cantieri, si potrebbe concedere ai produttori di ricorrere a una speciale autodichiarazione dai contenuti ancora più snelli”.
Lo ha chiesto la Cna nell’audizione che si è tenuta ieri al Senato di fronte ai membri della commissione Territorio, ambiente e beni ambientali sullo schema di Dpr sulla disciplina semplificata della gestione delle terre e delle rocce da scavo.
Secondo la Confederazione lo schema di decreto “appare come un mero intervento di riordino. Bene. Ma non è sufficiente. Da tempo è stata evidenziata la necessità di un intervento di razionalizzazione e semplificazione di questa gestione, in particolare nei piccoli cantieri, quelli che producono non più di 6mila metri cubi di terre e rocce da scavo. Le procedure previste nello schema di Dpr per questa tipologia, invece, in molti casi coincidono con quelle dei cantieri di grandi dimensioni e talvolta sono addirittura più complesse delle procedure in vigore oggi”.