È entrata nel vivo alla VI Commissione Finanze della Camera la discussione sul disegno di legge delega per la riforma fiscale, presentato dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti lo scorso 23 marzo. Il governo ha infatti presentato l’emendamento 5.175 al fine di modificare sostanzialmente l’articolo 5 che riguarda i principi e criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche.
Il testo originale
Il testo dell’Art.5 comma 1, lettera a) numero 2.4 prevedeva: "l’applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito, di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali, in misura agevolata su una base imponibile pari alla differenza tra il reddito del periodo d’imposta e il reddito di periodo più elevato tra quelli relativi ai tre periodi d’imposta precedenti, con possibilità di prevedere limiti al reddito agevolabile e un regime peculiare per i titolari di reddito di lavoro dipendente che agevoli l’incremento reddituale realizzato nel periodo d’imposta rispetto a quello precedente". In sostanza quella che comunemente veniva chiamata la formula flat tax incrementale anche per lavoratori dipendenti.
La nuova ipotesi
Il testo dell’emendamento 5.175 riporta invece: "l'applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito, di un'imposta sostitutiva dell'IRPEF e delle relative addizionali, in misura agevolata, sui premi di produttività, sulle retribuzioni per lavoro straordinario che eccedono un determinato limite di importo e sui redditi indicati all'articolo 49 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, riferibili alla percezione della tredicesima mensilità, ferma restando la complessiva valutazione, anche a fini prospettici, del regime sperimentale di tassazione degli incrementi di reddito introdotto, per l'anno 2023, per le persone fisiche esercenti attività d'impresa, arti o professioni".
Si tratta, quindi, con tutta evidenza, di un passo indietro. Non è stato detto ufficialmente per quali ragioni ma forse per non incorrere nella scure della Corte Costituzione che avrebbe potuto intervenire sollevando la questione di legittimità sul principio di progressività della tassazione sui redditi previsto dalla nostra Costituzione.
Tassare “in misura agevolata” i premi di produttività
La nuova proposta punterebbe ora a tassare “in misura agevolata” i premi di produttività (non è specificato se solo quelli derivanti da accordi di contrattazione di secondo livello), le ore prestate come straordinari oltre un certo limite, non meglio precisato, (che oggi sono tassate con l’aliquota marginale più alta e quindi convengono proprio poco) e, questa sì che è una novità, anche la tredicesima mensilità, che oggi è tassata alla stessa maniera delle prime dodici mensilità.
Infine il governo si riserva di effettuare una valutazione complessiva, a fini prospettici, anche del regime sperimentale di tassazione introdotto per il 2023 per le persone fisiche esercenti attività d'impresa, arti o professioni.
“Sono decisamente soddisfatto di come stanno procedendo i lavori – ha affermato Massimo Garavaglia, senatore della Lega, intervenuto stamattina a Radio24. Ci siamo dati l’obiettivo di chiuderla entro l’estate, e a questo punto oserei dire che l’obiettivo è raggiungibile, ma veramente. La questione della flat tax incrementale. A me sinceramente non aveva mai scaldato il cuore come ipotesi, perché la ritengo sì un avvicinamento a un progetto di lungo termine però abbastanza di corto respiro rispetto al progetto generale. È chiaro che è più comprensibile dire che ti abbasso le tasse sulla tredicesima, e questo è un messaggio erga omnes e funziona benissimo. La flax tax per tutti i lavorati è un obiettivo a tendere. Il passaggio intermedio, che è sacrosanto, è di abbassare le imposte per il ceto medio che negli anni è stato penalizzato”.
Decisamente critica Maria Cecilia Guerra, deputata del PD: “Per i lavoratori dipendenti si danno un po’ di interventi spot di qua e di là privi di qualsiasi senso. È ovvio che fa piacere a tutti avere una riduzione delle imposte però vorrei che qualcuno mi spiegasse la logica di detassare le tredicesime. Vuol dire che se io ho uno stipendio alto, su cui pagherei un’imposta del 42%, e mettiamo che la tassazione sulle tredicesime sia, boh, al 15% o al 10%, ci guadagno un sacco perché la mia tredicesima è robusta, e la differenza tra la mia aliquota e quella che pagherei sulla tredicesima e quella che mi viene data è molto alta, mentre invece una persona che abbia on un modesto stipendio guadagna poco o niente. Non è con questi interventi spot che si riforma il sistema fiscale. Noi chiediamo una riduzione del prelievo sul lavoro dipendente ma anche, non una riduzione delle tasse per tutti che vuol dire meno sanità per tutti, ma una ricomposizione del prelievo, cioè che chi adesso non paga pachi di più e chi invece paga troppo sia alleggerito. In più chiediamo una cosa che questa delega non mette anzi che peggiora. E cioè che a parità di reddito si paghi uguale. Non voglio piccoli pezzettini di agevolazione per farmi contento. Voglio pagare come un lavoratore autonomo, come un rentier (chi percepisce un reddito o gode di alte rendite, ndr), come un proprietario di tanti immobili”.