“L'estensione del bonus del 65% per gli interventi di riqualificazione antisismica alla zona 3 riguarderebbe 4,4 milioni di edifici, circa il 60% dei quali costruiti prima del 1971, quindi non in linea con le norme sismiche attuali”.
È quanto osservano Unicmi (Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell'Involucro e dei serramenti) e ISI (Associazione Ingegneria Sismica Italiana) commentando l'ipotesi di estendere la detrazione fiscale del 65% per l'adeguamento sismico dalle zone 1 e 2 alla zona 3, di recente rilanciata dal Presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci.
QUATTRO ZONE SISMICHE. Unicmi e ISI ricordano che attualmente le zone sismiche italiane sono quattro. Secondo i dati del Rapporto Ance-Cresme sul territorio del 2012, la zona a sismicità alta (1) comprende 706 Comuni e tre milioni di abitanti, quella a sismicità media (2) riguarda 2.187 Comuni e 18,9 milioni di abitanti. Al terzo gradino c'è la sismicità bassa, con 2.003 Comuni e 20,5 milioni di abitanti. Infine, al quarto livello troviamo la sismicità molto bassa: 3.196 Comuni e 8,8 milioni di abitanti. I bonus fiscali del 65% per l'antisismica riguardano solo le prime due zone. L'ipotesi di cui si discute è di estenderli alla terza fascia, per rendere maggiore la loro efficacia.
Questo allargamento, però, non sarebbe di piccola portata. La stima Ance-Cresme, su dati Istat rileva che gli edifici in Italia, costruiti sino al 2001, sono circa undici milioni. Se ne deduce che una stima dei fabbricati in Italia sulle 4 zone sismiche è la seguente: 664mila in zona 1, 4.060.000 in zona 2, 4.404.000 in zona 3 e 1.890.000 in zona 4. La zona 3 comprende aree popolosissime, comprese tra le altre in Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto. L’estensione alla zona 3 (pur valutando che non per tutti i 4,4 milioni di edifici sarebbero necessari lavori di adeguamento) renderebbe essenziale aumentare in maniera consistente gli stanziamenti messi a disposizione dal Governo per le detrazioni, attualmente pari a poco più di 100 milioni di euro.
ATTESA LA PUBBLICAZIONE DELLE LINEE GUIDA PER LA CLASSIFICAZIONE SISMICA DEGLI EDIFICI. Ma – sottolineano le due associazioni - il nodo fondamentale per la piena operatività del 65% antisismico è la pubblicazione, da parte del MIT, delle Linee Guida per la classificazione sismica degli edifici. Le linee guida per la classificazione sismica degli edifici sono pronte, il lavoro dei tecnici ha infatti messo a punto un sistema di catalogazione dei fabbricati che consentirà di evidenziare immediatamente, attraverso 6 classi (dalla A alla F), il grado di rischio in caso di terremoto.
Unicmi e ISI ribadiscono l'auspicio che le Linee Guida siano finalmente pubblicate, in modo da trasformare le detrazioni per la messa in sicurezza antisismica degli edifici “da 'fiore all’occhiello' teorico ad un vero strumento operativo accessibile dalla più ampia platea di cittadini italiani”.