Con una lettera al viceministro dell’Economia e Finanze Luigi Casero e alla direttrice dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, Unicmi (Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell'Involucro e dei serramenti) segnala l’elusione del pagamento della ritenuta di acconto dell’8% a carico dell’operatore da parte di operatori stranieri nei lavori che beneficiano delle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni e del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica.
“Nei giorni scorsi – si legge nella lettera - la rubrica “L’Esperto risponde” del Sole 24 Ore ha presentato un caso emblematico al riguardo: “Riguardo le detrazioni per spese di ristrutturazione, se la spesa è fatturata da un fornitore estero (ad esempio di San Marino), la spesa è ugualmente detraibile ai fini del 50% Riesce, la banca italiana, ad applicare la ritenuta dell’8%?” La risposta del Sole 24 Ore, fra l’altro, conteneva questa affermazione che conferma quanto denunciato dai nostri Soci: “… se il destinatario del bonifico è un soggetto non residente e, correlativamente, non dispone di un conto in Italia, il pagamento dovrà essere eseguito mediante un ordinario bonifico internazionale (bancario o postale) e dovrà riportare il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la causale del versamento, mentre il numero di partita Iva o il codice fiscale – del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato - possono essere sostituiti dall’analogo codice identificativo eventualmente attribuito dal Paese estero…”
DISTORSIONE DEL MERCATO. In Italia, ricorda Unicmi nella lettera, “l’aggressività commerciale di operatori esteri (non solo sanmarinesi, ma provenienti da Romania, Polonia, Slovenia, Croazia, etc.) che beneficiano di un minore costo del lavoro e di un minore prelievo fiscale è molto presente nel mercato dei serramenti. Naturalmente ciò è un prezzo da pagare alla libera circolazione delle merci nell’Unione Europea sul quale non recriminiamo. Diverso ci appare il caso in esame, ovvero l’elusione dal pagamento di un onere invece richiesto agli operatori italiani e a quegli operatori stranieri in possesso di una banca italiana di appoggio. Secondo noi ciò rappresenta una vera e propria distorsione nel mercato, in atto, fra l’altro, in un momento di gravissima crisi del settore, crisi mitigata giusto dai “bonus per l’edilizia” che rappresentano una quota media di oltre il 40% del fatturato dei costruttori italiani di serramenti.
Non ci appare infatti equo ed etico che queste aziende possano offrire sul mercato prodotti in grado di accedere alle detrazioni del 50 o del 65%”.
Unicmi chiede al MEF e all’Agenzia delle Entrate un approfondimento della materia finalizzato alla equiparazione dei doveri fiscali di tutti i soggetti, indipendentemente dalla loro nazionalità e dalla presenza di una banca italiana di appoggio, oppure all’esclusione dell’accesso alle detrazioni di quei prodotti commercializzati da soggetti che eludono il pagamento della ritenuta di acconto.