Il 30 settembre avrà luogo la prima Giornata nazionale per la Prevenzione Sismica, promossa da Fondazione Inarcassa, dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dal Consiglio Nazionale degli Architetti, con il supporto scientifico del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, del Dipartimento Protezione Civile, della Conferenza dei Rettori Università Italiane e della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, per favorire la cultura della prevenzione sismica ed un concreto miglioramento delle condizioni di sicurezza del patrimonio immobiliare del nostro Paese.
Gli organizzatori della Giornata Nazionale per la Prevenzione Sismica hanno inoltre promosso un ulteriore programma denominato “Diamoci una scossa!” che prevede, per tutto il mese di novembre, visite tecniche informative all’interno delle abitazioni private, da parte di “Architetti e Ingegneri esperti in materia”, previa abilitazione da parte dei rispettivi Ordini.
“I Consigli di tutti gli Ordini degli Ingegneri della Lombardia, all’unanimità, nell’ambito della tutela dell’interesse pubblico, hanno tuttavia rilevato criticità importanti in tale iniziativa ed hanno pertanto deciso di non aderire a tale parte del programma”, spiega l’Ordine Ingegneri di Bergamo in un documento inviato agli iscritti in data 17 settembre 2018.
“In particolare i Consigli degli Ordini degli Ingegneri Lombardi sono fermamente convinti che le previste visite tecniche informative richiedano comunque una professionalità derivante da comprovata esperienza e competenza specifica e che comportino una responsabilità precisa del compilatore. Di conseguenza risulta evidente che gli Ordini degli Ingegneri non possono in alcun modo essere garanti, né possono promuovere attività professionali gratuite (ad esclusione di eventi emergenziali di Protezione Civile), che, oltre ad essere inammissibili dal punto di vista deontologico, non sono coperte dalle polizze assicurative degli iscritti.
Tali visite tecniche, teoricamente solo informative, ma in pratica visite professionali a tutti gli effetti, con una controparte di cittadini poco esperta in temi così complessi, potrebbero essere mal interpretate da un punto di vista tecnico, di conseguenza generare contenziosi inutili e senza fine tra colleghi e committenti ed enti che rilasciano documenti e certificazioni, ed essere quindi viste dalla collettività solo come semplice promozione di sé stessi per successive attività professionali remunerate, esattamente all’opposto di quell’attività di volontariato alla quale gli Ordini e gli Ingegneri iscritti contribuiscono sempre generosamente ogni qualvolta è necessario.
I Consigli degli Ordini degli Ingegneri della Lombardia hanno quindi deciso, in modo compatto, di aderire alla sola parte istituzionale e divulgativa dell’iniziativa, utile al sostegno del ruolo dell’Ingegnere quale prevalente se non unica figura professionale con le competenze tecniche e scientifiche sulle tematiche strutturali, mediante eventi anche di portata regionale, ma di escludere responsabilmente la fase operativa di consulenza e report a domicilio.
A questa decisione chiediamo a tutti gli iscritti di attenersi, evitando di comparire - pur chiamati da altre figure professionali – anche come consulenti nelle visite e nella redazione dei report.”
SODDISFATTA INARSIND. Soddisfazione per questa decisione dei dodici Ordini degli Ingegneri della Lombardia è stata espressa da Inarsind, che è stata la prima a manifestare pubblicamente la propria posizione in merito all’iniziativa “Diamoci una scossa” evidenziando forti criticità in capo al libero professionista:
- necessità di svolgere un corso in FAD di 10 ore con superamento dell’esame finale;
- sottoscrivere l’autodichiarazione ai sensi dell’art. 47 DPR n.445 del 2000, di avere o non avere un’esperienza professionale nel settore della sicurezza sismica, consolidamenti strutturali nelle varie tipologie di immobili, ecc;
- dichiarazione di essere provvisto di assicurazione professionale, benché non operante in quanto l’attività di volontario non è coperta dai rischi;
- conoscere lo strumento “Sismabonus” e di aver già realizzato delle opere utilizzando tale strumento;
- scheda da compilare composta da oltre 100 campi;
- durata prevista del sopralluogo di 45 minuti, largamente sottostimata;
- al proprietario dell’immobile non viene dichiarato esplicitamente se la compilazione della scheda è finalizzata all’acquisizione di incarico professionale;
- l’attività richiede il giudizio ESPERTO del tecnico preparato e la prestazione (perché è una prestazione professionale!) non può limitarsi alla sola compilazione della scheda in modo asettico;
- alta probabilità che tutta l’attività svolta dal libero professionista diventi semplicemente “fuoco di paglia” con il risultato di schede di valutazione sottoscritte in possesso a committenti, Enti e anche Magistrati in caso di evento sismico;
- maggior costo dell’iniziativa coperto dai contributi previdenziali obbligatori versati dai liberi professionisti ingegneri ed architetti alla cassa di previdenza Inarcassa e che pertanto non andranno a produrre alcun beneficio previdenziale per gli Iscritti;
- attività professionale non remunerata in netto contrasto con quanto stabilito, a partire, dalla Costituzione art. 36 fino ad arrivare al recente “Equo compenso”.