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Digitalizzazione degli appalti, nei primi quattro mesi avviate procedure per oltre 100 miliardi

In quattro mesi di attività sono state avviate attraverso la piattaforma digitale oltre un milione e seicentocinquantamila procedure di affidamento di contratti pubblici. Le stazioni appaltanti qualificate al 1° maggio sono 4.353, di cui 545 sono centrali di committenza

martedì 21 maggio 2024 - Redazione Build News

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In quattro mesi di attività sono state avviate attraverso la piattaforma digitale oltre un milione e seicentocinquantamila procedure di affidamento di contratti pubblici per un valore di oltre 100 miliardi di euro.

Oltre 4 mila le stazioni appaltanti qualificate


Sono 4.353 le stazioni appaltanti qualificate al 1° maggio 2024, di cui 545 sono centrali di committenza, ossia enti strutturati che gestiscono gare d’appalto per amministrazioni più piccole, o non qualificate.

Le amministrazioni convenzionate di trasmittanza

Le amministrazioni convenzionate a centrali di committenza sono 8.630, al primo maggio 2024, garantendo quindi una piena operatività del sistema. Tra le stazioni appaltanti qualificate, ben 675 raggiungono il livello massimo di punteggio, ossia possono disporre gare per servizi e forniture senza limiti di importo.

Le piattaforme digitali certificate


Sessanta sono le piattaforme digitali certificate, interoperabili con la Piattaforma dei contratti pubblici di Anac, attraverso cui le amministrazioni pubbliche svolgono le gare, secondo quanto prescritto dal nuovo Codice Appalti.

Introdotta dal nuovo Codice dei contratti pubblici e operativa dal 1° gennaio 2024, la digitalizzazione degli appalti ha superato le prime settimane di rodaggio, e ora è quasi a regime, a vantaggio di tutti, amministrazioni pubbliche, operatori economici, cittadini”, ha commentato l'Anac. “Il nuovo Codice ha assegnato un ruolo centrale ad Anac per l’avvio della digitalizzazione. Di fronte alle criticità emerse nei primi mesi di avvio della digitalizzazione, il legislatore ha preferito non intervenire in prima persona, ma di fatto ha rimesso ad Anac il compito di risolvere le criticità che via via andavano emergendo. L’Autorità ha cercato di fornire soluzioni di fronte alle richieste provenienti dal mercato e dalle pubbliche amministrazioni, dialogando sempre con tutti i soggetti interessati. Errori possono essere stati fatti, ma la sfida di mettere in piedi un sistema di digitalizzazione integrale dei contratti pubblici, sei mesi dopo l’entrata operativa del Codice e nove mesi dopo la sua pubblicazione, è stata ampiamente superata. E per una rivoluzione di tale portata può essere considerato un qualcosa di unico”.

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