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Direttiva servizi professionali: l'Europa accoglie le proposte dei periti industriali italiani

Giovannetti (Cnpi): “Le nostre mozioni di modifica sono orientate a tutelare e promuovere il modello ordinistico a livello Europeo”

lunedì 18 settembre 2017 - Redazione Build News

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L’Europa accoglie le proposte di modifica avanzate dal Consiglio nazionale dei periti industriali per migliorare le due direttive in materia dei servizi professionali. I parlamentari della Commissione mercato interno, Antonio Lopez e Lara Comi, infatti, proprio in questi giorni hanno presentato un pacchetto di emendamenti per due proposte di direttiva avanzate dalla Commissione, la prima (Com 2016/821) per definire un quadro di riferimento più preciso per la valutazione di proporzionalità delle norme nazionali che regolano l’accesso alle professioni regolamentate e il loro esercizio, e la seconda (Com 2016/822) per migliorare il meccanismo di notifica dei progetti di norme nazionali sui servizi. Entrambe le proposte sono finalizzate alla modifica della Direttiva servizi (2006/123 ce).

La direttiva sulla proporzionalità punta a migliorare la trasparenza sulle modalità con la quale sono regolamentate alcune professioni negli Stati membri, garantendo, in particolare, che le misure nazionali siano proporzionate e non limitino indebitamente l’accesso alle professioni creando barriere ingiustificate nel mercato interno. Si tratta di una proposta di direttiva piuttosto controversa soprattutto per la presunta possibilità di regolamentare nuove attività professionali. Per questo la posizione del Cnpi è stata quella di ribadire la specificità delle attività riservate, l’importanza del titolo professionale protetto e della sua relazione con il percorso formativo accademico e con l’esperienza professionale.

In particolare, tra le proposte di modifica avanzate dal Cnpi e quindi fatte proprie da alcuni parlamentari europei, vi è l'inserimento a pieno titolo delle organizzazioni professionali nel processo di valutazione della proporzionalità, il cui ruolo è stato totalmente trascurato dagli estensori della direttiva, e il contemperamento dei criteri di valutazione della proporzionalità, rigidamente indicati dalla direttiva, con il rispetto delle specificità con cui i diversi Stati Membri regolamentano le professioni.

La seconda proposta, invece, punta a migliorare l’attuale procedura di notifica della direttiva sui servizi (2006/123/CE) che prevede l’obbligo per gli Stati membri di notificare alla Commissione i regimi di autorizzazione o i requisiti nuovi o modificati che rientrano nel campo di applicazione della direttiva sui servizi per garantirne la corretta attuazione. In questo caso le osservazioni formulate dal Cnpi e orientate ad evitare il rischio di un appesantimento dell'iter legislativo nazionale, hanno trovato accoglienza nelle proposte emendative presentate che, da un lato, mirano a semplificare l’iter procedurale della direttiva (rimandando l'obbligo di notifica all'approvazione della legge nel caso di emendamenti e modifiche anche sostanziali), dall'altro, tendono a mitigare l'ingerenza del potere legislativo comunitario su quello nazionale prevedendo che le conseguenze derivanti dal mancato rispetto dell’obbligo di notifica siano comunque commisurate alla natura e alla rilevanza del progetto di misura proposto.

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