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Direttiva UE Case Green: entro il 2040 stop alle caldaie a combustibile fossile

Graduale eliminazione dei combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffrescamento, per ottenere entro il 2040 l'eliminazione completa delle caldaie a combustibile fossile. CNA Costruzioni, Installazioni Impianti e Serramenti: “Governo apra tavolo per riordino incentivi”

venerdì 15 marzo 2024 - Alessandro Giraudi

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Decarbonizzazione del riscaldamento e del raffrescamento, anche attraverso le reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento, ed eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffrescamento per ottenere progressivamente l'eliminazione completa delle caldaie a combustibile fossile entro il 2040. Vietata, a partire dal 2025, la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili.

È quanto prevede la revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, approvata in via definitiva dal Parlamento europeo il 12 marzo 2024, con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni.

Parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050

La nuova direttiva (nota come “direttiva case green”) promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici e la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra provenienti dagli edifici all'interno dell'Unione per conseguire un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, tenendo conto delle condizioni locali, delle condizioni climatiche esterne, delle prescrizioni relative alla qualità degli ambienti interni e dell'efficacia sotto il profilo dei costi.

Le misure della direttiva

Le disposizioni della direttiva riguardano:
a) il quadro comune generale di una metodologia per il calcolo della prestazione energetica integrata degli edifici e delle unità immobiliari;
b) l'applicazione di requisiti minimi di prestazione energetica di edifici e unità immobiliari di nuova costruzione;
c) l'applicazione di requisiti minimi di prestazione energetica a:
i) edifici esistenti e unità immobiliari esistenti sottoposti a ristrutturazioni importanti;
ii) elementi edilizi che fanno parte dell'involucro dell'edificio e che hanno un impatto significativo sulla prestazione energetica dell'involucro dell'edificio quando sono rinnovati o sostituiti;
iii) sistemi tecnici per l'edilizia qualora siano installati, sostituiti o siano oggetto di un intervento di miglioramento;
d) l'applicazione di norme minime di prestazione energetica agli edifici esistenti e alle unità immobiliari esistenti, in conformità degli articoli 3 e 9;
e) il calcolo e la comunicazione del potenziale di riscaldamento globale nel corso del ciclo di vita degli edifici;
f) l'energia solare negli edifici;
g) i passaporti di ristrutturazione;
h) i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici;
i) le infrastrutture di mobilità sostenibile all'interno e in prossimità degli edifici;
j) gli edifici intelligenti;
k) la certificazione della prestazione energetica degli edifici o delle unità immobiliari;
l) l'ispezione periodica degli impianti di riscaldamento, degli impianti di ventilazione e degli impianti di condizionamento d'aria negli edifici;
m) i sistemi di controllo indipendenti per gli attestati di prestazione energetica, i passaporti di ristrutturazione, gli indicatori della predisposizione degli edifici all'intelligenza e i rapporti di ispezione;
n) le prestazioni relative alla qualità degli ambienti interni degli edifici.

I requisiti stabiliti dalla direttiva sono requisiti minimi e non impediscono ai singoli Stati membri di mantenere o prendere provvedimenti più rigorosi, a condizione che tali provvedimenti siano compatibili con il diritto dell'Unione. Essi sono notificati alla Commissione.

CNA Costruzioni, Installazioni Impianti e Serramenti: “Governo apra tavolo per riordino incentivi”

Il comparto casa di CNA (Costruzioni, Installazioni Impianti e Serramenti) “confida che il Governo apra un tavolo di confronto per il recepimento del provvedimento con misure concrete e coerenti con gli obiettivi della transizione verso edifici a zero emissioni. È fondamentale – si legge in un comunicato – accompagnare tale percorso con adeguati sostegni finanziari e amministrativi, in particolare per le famiglie vulnerabili, per i territori più fragili e per i quasi 8 milioni di edifici energeticamente più poveri (nelle classi F e G) così da assicurare una transizione equa e inclusiva verso un futuro energetico sostenibile”.

In quest’ottica “è prioritario affrontare il riordino dei bonus in edilizia auspicando di integrarli in un sistema di supporto all’efficientamento energetico e messa in sicurezza degli edifici che sia efficace, sostenibile per le finanze pubbliche e il mercato. È necessaria una programmazione di medio e lungo periodo in termini di risorse e di certezza del quadro normativo”.

Al riguardo il comparto casa di CNA “accoglie con favore l’enfasi posta dalla direttiva sulla necessità di adottare piani nazionali di efficientamento degli edifici che sostituiscano le strategie di ristrutturazione a lungo termine e diventino strumenti più potenti e operativi per la ristrutturazione edilizia. Questo approccio non solo contribuirà a raggiungere gli obiettivi climatici dell’Unione, ma creerà anche posti di lavoro e stimolerà lo sviluppo regionale”.

Leggi anche: “Case green, ok definitivo del Parlamento Ue alla nuova direttiva. Ecco cosa prevede

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