“Consentendo alla Protezione Civile un quadro più chiaro, in quanto a responsabilità e organizzazione, il Parlamento renderà un grande servizio al Paese con questa legge, permettendo un salto di qualità nel livello di sicurezza territoriale che i cittadini italiani hanno il diritto di pretendere. Se approvata, sarà una riforma storica”.
Lo ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, intervenuto in audizione alla VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera dei Deputati in merito al disegno di legge delega per il riordino delle disposizioni in materia di sistema nazionale e coordinamento della Protezione Civile.
MESSA IN ORDINE DELLE MODIFICHE E CORREZIONI. Delrio ha espresso il “pieno apprezzamento del governo” per il ddl, che ha “lo scopo di mettere ordine tra le numerose modifiche e correzioni apportate, nel tempo, alla legislazione originaria del 1992 e scaturite spesso sull’onda delle emergenze, il che ha reso le norme di difficile interpretazione e rende di volta in volta anche più difficile il lavoro dell’Esecutivo”.
CONFIGURAZIONE “A GEOMETRIA VARIABILE”. Nel merito, il sottosegretario ha sottolineato di condividere i principi cardine espressi nel ddl e ha delineato le intenzioni del governo in merito alla riforma: “Il nostro Paese – ha chiarito – si caratterizza per una qualità e quantità di esposizione ai rischi naturali e legati alle attività dell’uomo che, nel panorama europeo, non ha pari. L’intensità e la diffusione dei rischi naturali rendono imprescindibile la scelta di un Servizio nazionale di coordinamento, ma l’impostazione centralistica e statalistica degli anni ’80 non ha funzionato. Non si tratterà quindi di una ri-centralizzazione, ma si manterrà una configurazione modulare, con il pieno coinvolgimento e la forte responsabilizzazione dei livelli territoriali e un sistema nazionale policentrico. Il mantenimento della configurazione “a geometria variabile”, già previsto dalla legge che ha istituito il Servizio, e l’incardinamento della struttura di coordinamento nella Presidenza del Consiglio dei Ministri sono quindi i punti di forza della delega in discussione, in linea anche con la modifica costituzionale al vaglio del Parlamento, che elimina le materie a legislazione concorrente ma non ricolloca la materia della ‘protezione civile’ tout-court nell’alveo della legislazione esclusiva dello Stato. La riforma costituzionale salvaguarda il tema del sistema modulare e dell’indirizzo unitario, riservato alla competenza legislativa dello Stato, e valorizzando in modo chiarissimo ruolo e responsabilità dei livelli territoriali di governo”.
RIORDINO DEGLI STRUMENTI STRAORDINARI. Delrio ha quindi evidenziato anche come sia utile la previsione “di un riordino degli strumenti straordinari preposti alla gestione dell’emergenza: dichiarazione dello stato di emergenza e ordinanze di protezione civile in deroga”.
PERCORSI POST-EMERGENZA OMOGENEI PER TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE. Inoltre, “l’aver escluso, con le attuali normative, qualsiasi (anche minima) azione immediata di ristoro del danno subito dal sistema produttivo e dai privati, comporta che sul Governo, e di conseguenza sul Parlamento, si riversino, a ridosso dell’emergenza, forti pressioni con particolare attenzione al rilancio del sistema economico colpito. Questo determina a volte rilevantissime disparità di trattamento. C’è quindi l’esigenza di delineare percorsi post-emergenza omogenei per tutto il territorio nazionale”. Importante inoltre l’attenzione “dedicata al ruolo attivo dei cittadini ed alla diffusione della cultura di protezione civile”.
RISORSE CONTRO IL DISSESTO IDROGEOLOGICO. Al termine dell’audizione, rispondendo ad alcune domande, il sottosegretario ha riassunto quanto fatto dal governo fino ad ora per garantire il buon funzionamento della Protezione Civile: “Nella legge di stabilità del 2014 abbiamo trovato 70 milioni di euro, che hanno richiesto ulteriori integrazioni man mano per arrivare fino a 354 milioni. Nel 2015 invece siamo partiti con oltre 220 milioni di euro, il che ci consente di lavorare con maggiore serenità. Inoltre, nella logica di mantenere le risorse del Fondo di sviluppo e coesione in un ambito di impiego strategico e integrato, stiamo mandando avanti con forza il piano contro il dissesto idrogeologico. Per questo abbiamo destinato risorse per 5-6 miliardi agli interventi strutturali di prevenzione e il Cipe ha già approvato il piano stralcio per le aree metropolitane, con 600 milioni di euro pronti su progetti immediatamente cantierabili. Mentre attendiamo che la delega venga approvata lavoriamo comunque per la messa in sicurezza del territorio. Un’altra buona notizia è che, dopo un’attesa che parte dal 2000, finalmente siamo vicinissimi all’intesa sul servizio meteorologico nazionale distribuito, che sarà un passo avanti molto importante”.