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Dissesto idrogeologico: 1300 cantieri aperti e 7,6 miliardi a disposizione fino al 2021

Ieri l'audizione del coordinatore di Italia sicura Erasmo D’Angelis in commissione Ambiente del Senato

mercoledì 8 febbraio 2017 - Redazione Build News

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“Sono ad oggi circa 1300 i cantieri aperti e monitorabili anche dai cittadini sul sito italiasicura.governo.it e sono 7 miliardi circa le risorse a disposizione da oggi al 2021. Mentre ammontano a 9300 le opere e gli interventi previsti per i prossimi anni. Progetti indicati dalle Autorità di bacino, dalla Protezione civile e dalle Regioni con una quotazione di circa 27 miliardi di euro complessivi, con la possibilità un abbattimento del costo del 20-30% al momento in cui le opere vengono progettate e arrivano ad essere esecutive”.

Lo ha detto il Coordinatore della Struttura di missione per la lotta al dissesto idrogeologico “Italia Sicura”, Erasmo D’Angelis, interpellato ieri in audizione dalla Commissione Ambiente del Senato. D’Angelis ha parlato anche del metodo di lavoro finora portato avanti: “I Presidenti di Regione sono stati individuati come 'terminali' del Governo nella lotta al dissesto idrogeologico, sono quindi Commissari di governo e questo ha favorito di molto la parte operativa – le parole di D’Angelis in audizione - in tutte le Regioni infatti, esiste una struttura commissariale con cui abbiamo instaurato un rapporto costante e quotidiano”.

“Il lavoro della Struttura di missione – ha aggiunto D’Angelis - ha favorito un coordinamento dei lavori a vari livelli. Un primo grande risultato è stato rappresentato dal recupero di 2.7 miliardi inviati da vari ministeri a regioni, province e comuni dal 2000 al 2014 per opere di contrasto al dissesto e mai spesi per motivazioni molto diverse”. “Il passato anche recente è stato caratterizzato da una grande frammentazione delle competenze con circa 3600 enti di natura diversa. Per esempio – ha aggiunto – si è passati da 14 modalità di monitoraggio diverse, al sistema unificato Rendis (Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo)”.

Ma non si trattava solo di una confusione “operativa” e di monitoraggio. Per D’Angelis, “si era di fronte a lacune impressionanti: È stato fatto un lavoro molto lungo di elaborazione di un piano nazionale di opere e progettazioni insieme ad un piano finanziario per tutte le regioni”.

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