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Dissesto idrogeologico, ok Corte dei conti al decreto con i criteri per la selezione degli interventi

Per ciascun criterio è indicato il relativo peso. I criteri più “pesanti” sono le persone a rischio diretto (peso 60), i beni a rischio grave (30), la frequenza dell'evento (30) e la riduzione del numero di persone a rischio diretto (30)

lunedì 20 luglio 2015 - Redazione Build News

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È stato validato dalla Corte dei Conti, e si avvia alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri), su proposta del ministro dell'Ambiente di concerto con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, che indica i criteri, le modalità e la procedura per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse destinate agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, in attuazione dell'art. 10, comma 11 del decreto Competitività (decreto legge n. 91/2014 convertito con modificazioni con Legge n. 116/2014).  

INVESTIMENTI PER 7 MILIARDI DI EURO IN 7 ANNI. Contro il dissesto idrogeologico il Governo con la sua Unità di missione ha previsto investimenti per 7 miliardi di euro in 7 anni, di cui un anticipo è rappresentato dal piano stralcio da 1,1 miliardi per le aree metropolitane, in fase di partenza.

TRE CATEGORIE DI INTERVENTI. Il Dpcm stabilisce che gli interventi proposti a finanziamento saranno distinti in tre categorie a seconda che abbiano ad oggetto “Interventi ad efficacia autonoma”, “Interventi complessi di area vasta”, “Interventi integrati di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità”.

La categoria dovrà essere indicata dalla Regione all'atto dell'inserimento dei dati nella “scheda per proposta interventi”.

OTTO CRITERI. Il decreto stabilisce i criteri per definire le graduatorie, indicando il relativo peso, ossia il valore massimo attribuito a ciascuno: persone a rischio diretto (peso 60), beni a rischio grave (30), frequenza dell'evento (30), riduzione del numero di persone a rischio diretto (30), priorità regionale (peso 20), livello della progettazione approvata (10), completamento (10), quantificazione del danno economico atteso (10).

PIATTAFORMA RENDIS. Le richieste di finanziamento dovranno essere inserite nella piattaforma ReNDiS-web (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa Suolo) a cura delle Regioni e province autonome o dei soggetti dalle stesse accreditati. Per ogni istanza di finanziamento andranno forniti i dati e le informazioni tecnico-amministrative richieste dal form di caricamento (scheda istruttoria), appositamente predisposto, e dovrà essere eseguito l'upload dei file relativi ai progetti approvati in linea tecnica, specificandone il livello di progettazione effettivamente raggiunto al momento del caricamento (preliminare – definitivo – esecutivo) o degli studi di fattibilità relativi ai soli interventi il cui importo è uguale o superiore a 20 milioni di euro.

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