Gli edifici a energia quasi zero (Zet Zero Energy), responsabili della produzione di molta più energia rispetto a quella utilizzata, stanno guadagnando una sempre maggiore popolarità in tutto il mondo. Ad essere sempre più diffusi sono anche veri e propri distretti a energia zero, come quelli, in suolo statunitense di Fort Collins’s Fort ZED, dell’Arizona State University e dell’ UC Davis’s West Village. Eppure rimane l’idea che costruire a energia zero sia troppo costoso e quindi meno conveniente rispetto a modelli edilizi tradizionali.
Gli sviluppatori temono che gli stringenti requisiti costruttivi e operativi richiedano costi di capitale iniziali eccessivamente elevati e che edifici così efficienti non siano redditizi sul lungo periodo e i potenziali inquilini, da canto loro, temono che gli affitti possano essere molto più alti rispetto un immobile tradizionale e che la necessità di produzione di energia rinnovabile continua possa in realtà tradursi in bollette salate.
Ma non è così. O almeno, può non esserlo se si seguono modelli di business accurati che possono unire al vantaggio di un ciclo virtuoso per l’ambiente anche un meccanismo fruttuoso da un punto di vista economico e di investimento. Un esempio arriva dal Rocky Mountain Institute (RMI)- un'organizzazione statunitense che si occupa di ricerca, pubblicazione, consulenza e studio nel campo generale della sostenibilità, con speciale riguardo alle innovazioni per l'efficienza energetica- che ha pubblicato di recente un’interessante approfondimento di un modello di business innovativo per sviluppare distretti a energia quasi zero.
Il modello di business dell’RMI si propone come meccanismo fruttuoso sia per gli sviluppatori sia per gli occupanti, con prospettive di business anche per i fornitori di servizi energetici integrati. Il meccanismo è stato sviluppato e applicato a un’area di quasi 450mila mq di una cittadina di media grandezza negli USA.
Rendere l’energia quasi zero finanziariamente attraente
Un modello net zero energey si ottiene in quattro fasi:
1- Identificare la capacità di energia rinnovabile in loco e quindi impostare il ‘bilancio’ del distretto energetico
2- Utilizzare sistemi di teleriscaldamento e raffreddamento geotermico
3- Usare standard di progettazione elevati
4- I primi tre passaggi devono essere integrati e ottimizzati sulla base del valore attuale netto del costo del ciclo di vita fino a raggiungere energia quasi zero.
Per rendere un modello edilizio a energia quasi zero attraente devono essere implementate tre pratiche:
1- Il sistema solare sul posto dovrebbe essere sviluppato e di proprietà di una terza parte
2- Il costo capitale dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento dovrebbe essere posto
sugli edifici e su un sistema di teleriscaldamento / raffreddamento
3- Dovrebbe essere previsto un finanziamento in bolletta per il costo incrementale di efficienza energetica. Questo mette i primi costi pari o inferiori al costo di un tradizionale edificio.
Per rendere il net zero energy attraente agli occupanti la bolletta energetica tradizionale dovrebbe essere sostituita con una bolletta ‘speciale’ che dovrebbe includere tre componenti: una bolletta elettrica che includa i costi fotovoltaici di proprietà di terzi; i costi di riscaldamento e di raffreddamento; e il rimborso in fattura del finanziamento dell'efficienza energetica. La somma di queste tre componenti è inferiore a una bolletta comune con il valore aggiunto di abitare in un edificio più salubre e confortevole.
I modelli di business a energia quasi zero sono finanziariamente attraenti per gli investitori, perché i grandi investimenti di capitale per fotovoltaico, teleriscaldamento e raffreddamento e sistemi di efficienza energetica sono rimborsati nel corso del tempo in bolletta, generando un rendimento costante che beneficia di maggiore credito grazie a uno specifico programma che mette in stretta relazione il cliente e la utility.
Un business redditizio per i fornitori di servizi energetici integrati??Gli sviluppi in district-scale hanno l'opportunità unica di incaricare uno specifico fornitore di servizi energetici integrati (IESP) per gestire più operazioni legate all'energia e agire come sviluppatore polivalente, finanziere, operatore e amministratore dei sistemi energetici, così come un regolatore dei requisiti di prestazione del costruito. Lo IESP può essere una organizzazione o più organizzazioni che agiscono in collaborazione, ma la chiave è quello di eseguire più funzioni in concerto per raggiungere obiettivi di performance nel modo più economico.
Quali funzioni spettano a uno IESP
• Lo IESP agisce come una micro-utility che fornisce energia elettrica al dettaglio ai clienti dei distretto, gestendo l’alimentazione e la conduzione della fatturazione del cliente. La IESP è anche un intermediario tra la rete elettrica regionale e la microgrid del distretto, negoziando le interconnessioni, i servizi ausiliari, le spese di consumo e le tariffe.
• Gestione di teleriscaldamento e raffreddamento attraverso un sistema centrale (i sistemi a pompa di calore geotermica sono i più efficienti). Rispetto ai singoli impianti da costruzione, il teleriscaldamento e raffreddamento è molto più efficiente, ha bassi costi di manutenzione, è più affidabile e ha durata maggiore nel tempo. Altrettanto importante per questo caso di business è il fatto che il teleriscaldamento e raffreddamento sposta i costi di capitale iniziali da parte degli sviluppatori allo IESP.
• Ottimizzazione del riscaldamento e raffreddamento attraverso un altro quartiere stock dotato di sistema di teleriscaldamento e raffreddamento. Invece di progettare sistemi costruttivi individuali per soddisfare i picchi di carico istantanei dei singoli edifici un sistema distrettuale è progettato per soddisfare il carico di picco collettivo, che è notevolmente inferiore. Questo significa minore capacità complessiva del sistema e minori costi primi.
• Integrazione di gestione della domanda. Il fornitore di servizi energetici integrati dovrebbe gestire più megawatt di carico negli impianti, così come introdurre la possibilità per lo stoccaggio termico aggiuntivo che renderebbe il carico ancora più flessibile.