Con un ricorso notificato il 6 dicembre 2018, una società con sede in Milano, dichiarandosi azienda leader nel mercato italiano dei servizi energetici ove opera, tra l'altro, come installatore (gestore e conduttore) dei più moderni impianti a biomasse legnose (caldaie centralizzate, appartenenti alla classe "5 stelle" e di tipo adiabatico, alimentate a pellet) per il riscaldamento in ambito civile e industriale, ha impugnato la delibera di giunta regionale n. 449 del 2 agosto 2018, pubblicata nel B.U. Lombardia 9 agosto 2018, n. 32, con la quale la Regione Lombardia ha approvato l'aggiornamento del piano regionale degli interventi per la qualità dell'aria (PRIA) già adottato dalla Regione Lombardia con delibera di giunta 6 settembre 2013, n. 593, emanata in attuazione dell'art. 2 della legge regionale 1 dicembre 2006, n. 24, nella parte in cui ha previsto una serie di misure volte a ridurre le emissioni di particolato sottile derivanti dalla combustione delle biomasse legnose per il riscaldamento in ambito civile, mediante, in particolare, il divieto di installazione di generatori di calore a biomassa in sostituzione di impianti a metano esistenti e di incentivazione di interventi di installazione dei suddetti generatori nelle zone ove risultino superati i valori limite di determinate emissioni.
Con il parere n. 26/2021 pubblicato l'11 gennaio (Adunanza di Sezione del 22 luglio 2020), la prima sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso in esame, in forza della ritenuta fondatezza del solo primo motivo di censura, con annullamento, in parte qua e nei limiti suddetti, della delibera regionale impugnata, salvo l’eventuale riesercizio del potere previo esperimento della doverosa procedura preliminare di notifica alle Autorità eurounitarie competenti, ai sensi della direttiva 2015/1535/UE.
Il primo motivo di censura, ritenuto fondato dal Consiglio di Stato, consiste nella violazione della direttiva 2015/1535/UE e, in particolare, dell'obbligo, ivi previsto, di attivare, con riguardo a progetti di regola tecnica, la procedura di notifica alla Commissione europea (art. 5 della direttiva 2015/1535/UE).
In allegato il parere n. 26/2021 del Consiglio di Stato