Dopo l'astensionismo in Senato dei pentastellati durante il voto al D.L. Aiuti, su cui il governo aveva posto la questione di fiducia, il premier Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni al presidente Sergio Mattarella.
Quest'ultimo dopo averle rifiutate a rimandato la decisione alle Camere dove è atteso il discorso del Premier mercoledì 20 luglio.
Nel frattempo le Associazioni di categoria fanno sentire il proprio parere contrario verso questa ennesima crisi di governo che rischia di rendere ancor più difficile la ripresa economica.
"In questo momento di crisi – dichiara Marco Nocivelli, presidente di Anima Confindustria – l’instabilità politica rende ancora più difficile la ripresa dell’economia italiana, già pesantemente colpita dalla crisi delle materie prime, dal rincaro dell’energia e dall’inflazione galoppante che non accenna a rallentare. L’auspicio del comparto della meccanica varia è che il governo Draghi possa proseguire la sua attività per fare fronte all’emergenza politica, economica e sanitaria che sta affliggendo il nostro Paese, e per portare a termine le progettualità legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il settore della meccanica, comparto che rappresenta oltre 52 miliardi di fatturato, circa 223.900 addetti e una quota export/fatturato del 57,1%, esprime grande preoccupazione per il contesto di incertezza politica innescatosi. L’industria italiana ha bisogno di una guida solida – prosegue Nocivelli – e ci auguriamo che questo sia possibile con l’impegno di tutte le forze politiche".