Parere positivo, da parte di FINCO, sulla bozza del cosiddetto Decreto “Crescita” attualmente allo studio del governo. Con una lettera indirizzata giovedì 28 marzo al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria, la presidente della Federazione Carla Tomasi commenta positivamente, in particolare, le misure riguardanti la neutralità fiscale nei casi di concentrazione di imprese, il superammortamento, lo sprone alle attività di internazionalizzazione, le modifiche alla nuova Sabatini e l’estensione alle zone 2 e 3 di rischio sismico del cosiddetto “Sismabonus”.
Tuttavia, secondo FINCO sarebbe opportuno cogliere l’occasione per migliorare il decreto con due misure di particolare interesse per gli associati alla Federazione:
1) Ripristinare le detrazioni discali del 65% per infissi e schermature solari;
2) Eliminare lo split payment e la ritenuta di acconto dell’8% sull’ecobonus (con, in subordine, il ripristino al 4%)
Sul primo punto, la lettera sottolinea i risultati del Dossier elaborato recentemente dal Servizio Studi dei Dipartimenti Ambiente e Finanze della Camera dei Deputati, in collaborazione con il Cresme, da cui emerge un saldo positivo per il Paese di 23,5 miliardi di euro in dieci anni grazie alle detrazioni fiscali.
Con l’abbattimento al 50% di sole due tipologie di intervento di riqualificazione energetica, ponendole alla stregua di quelle per le ristrutturazioni edilizie, si confondono le idee circa una misura il cui successo è attribuibile, nel tempo, anche alla chiarezza del dispositivo. […] Non solo, si ingenera confusione nella valutazione della convenienza dell’intervento da parte del consumatore stante il diverso grado di complessità insito nelle due differenti procedure di richiesta della detrazione.
Quanto allo split payment e alla ritenuta di acconto dell’8% sull’ecobonus, la ragione principale per cui FINCO ne chiede l’eliminazione sta nel venire meno della loro efficacia come misure di contrasto all’evasione fiscale, data l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica. Al contrario, il meccanismo dello split payment “comporta, oltre ad una complicazione procedurale, un incremento importante del credito IVA a carico delle imprese”, colpendo in particolare le Pmi.
In definitiva, il permanere di meccanismi quali lo split payment e la ritenuta d’acconto sull’8% in presenza della fatturazione elettronica configurerebbe la mera ed unica volontà da parte dello Stato di incamerare anticipazioni sulle legittime e costituzionalmente protette attività aziendali, disinteressandosi di ogni altra conseguenza, essendo venuta appunto meno la ragione principale alla base delle misure in parola.
Insieme alla lettera sul Decreto “Crescita”, FINCO ha indirizzato al Ministro Tria anche una sintesi del piano di ripresa economica “Per un’Italia più bella e più sicura”, a cui la Federazione lavora da diversi anni con la collaborazione di tutte le filiere che la compongono.