Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori esprime “soddisfazione per il pericolo scampato grazie all’intervenuta inammissibilità di quegli emendamenti in tema di edilizia e di lavori pubblici che rischiavano di compromettere la trasparenza negli affidamenti di incarichi professionali e di mettere in ginocchio il settore delle costruzioni”.
“Non è possibile modificare leggi di settore specifiche come il testo unico sull’edilizia ed il Codice dei contratti con leggi omnibus prive di una visione organica dei temi trattati – sottolinea il Presidente Giuseppe Cappochin che ribadisce come “gli emendamenti contestati non avendo un senso logico avrebbero finito per paralizzare, anziché semplificare, le procedure nell’ambito dell’edilizia e dei lavori pubblici”.
“Per rilanciare questi settori, così importanti per l’economia del Paese - sottolinea ancora - sono necessarie riforme organiche, condivise con gli addetti ai lavori, che puntino a restituire centralità al progetto di architettura nei processi di trasformazione del territorio, ad un efficace snellimento delle procedure in edilizia, a garantire maggiore trasparenza negli affidamenti e ad aprire il mercato dei lavori pubblici alle strutture professionali medio piccole, in linea con le direttive comunitarie”.
“Il Consiglio Nazionale degli Architetti ha già già elaborato, unitamente alla Rete delle Professioni Tecniche, documenti organici e puntuali da proporre al Governo ed alle Camere per una riforma del Codice dei contratti e del testo unico per le costruzioni”.
“Auspichiamo dunque - conclude Cappochin - un confronto con Governo e Parlamento sulle riforme organiche da attuare per rilanciare il settore delle costruzioni e per promuovere la qualità architettonica delle città del futuro”.
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