Dopo le perplessità manifestate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sono stati ritirati numerosi emendamenti al Decreto legge semplificazioni (decreto legge 14 dicembre 2018, n. 135), in precedenza approvati dalle commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato.
Resta tuttavia confermato (e quindi ammesso al voto dell'Assemblea) l'emendamento dei relatori che introduce una particolare ipotesi di nullità delle clausole disciplinanti i termini di pagamento a favore delle PMI. Inserendo un comma 4-bis nell'art. 7 del d.lgs. 231/2002 (Attuazione della direttiva 2000/35/CE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali), il comma 1-ter dell'art. 3, inserito dall'emendamento confermato, dispone che, nelle transazioni commerciali in cui il creditore sia una piccola o media impresa (PMI), si presume sia gravemente iniqua la clausola che prevede termini di pagamento superiori a 60 giorni. Tale presunzione non opera quando tutte le parti del contratto sono PMI.
Ricordiamo che questo emendamento è stato accolto con favore da Finco (LEGGI TUTTO).
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