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Dovremmo smettere di costruire grattacieli di vetro per proteggere gli uccelli migratori?

Ne è convinta la celebre associazione animalista americana PETA, secondo cui “l’indifferenza” degli architetti causa la morte di migliaia di uccelli

mercoledì 24 agosto 2022 - Redazione Build News

grattacielo-milano

Il vetro delle facciate dei grattacieli è ormai un elemento predominante negli skyline della maggior parte delle metropoli mondiali. Tuttavia si pensa raramente al fatto che le vetrate a specchio costituiscono una vera e propria “trappola”, spesso mortale, per gli uccelli migratori che transitano dalle città. Secondo Jared Goodman, dell’associazione animalista americana PETA, la responsabilità è in capo agli architetti, colpevoli di essere “indifferenti” alla vita degli uccelli. 

La collisione con gli edifici – in particolare con le finestre – è una delle principali cause di mortalità per gli uccelli. Soltanto negli Stati Uniti muoiono in questo modo fino a un miliardo di uccelli ogni anno – spiega Goodman in un’intervista per il sito di architettura Dezeen. Queste morti sono dovute più alla negligenza o alla semplice indifferenza, rispetto alla crudeltà insita nella zootecnia o nell’industria delle pellicce.

Per quanto riguarda le città italiane – meno popolate di grandi grattacieli rispetto a quelle statunitensi o britanniche – non esistono statistiche precise, ma c’è almeno un caso celebre risalente al 2018: la morte di uno dei falchi pellegrini nati sul Grattacielo Pirelli a Milano, diventati una mascotte della città (tanto da avere una webcam che riprende il loro nido 24 ore su 24).   

Alcuni architetti – come Stefano Boeri e Cino Zucchi – si sono da tempo posti il problema delle vetrate “invisibili” per gli uccelli, e l’hanno affrontato con soluzioni progettuali originali, come il celebre Bosco Verticale. Tuttavia rimangono casi isolati in un panorama progettuale ancora tutto predominato dalle facciate “tutto vetro”.

Ma è davvero necessario rinunciare al vetro per proteggere gli uccelli? In realtà, no: esistono molti accorgimenti – pattern a ultravioletti, vetrofanie, o altri design innovativi – che permettono di mantenere le facciate in vetro e allo stesso tempo renderle “visibili” ai volatili che transitano dalle città. Secondo Goodman, serve un maggiore interesse pubblico affinché gli architetti decidano di abbandonare il semplice vetro, in favore di un vetro “bird-friendly” o anti-collisione.

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