Maggiore concertazione con le Regioni, chiarezza sugli strumenti di programmazione, sui finanziamenti e sulle prerogative dei Commissari. Queste in sintesi le richieste che i rappresentanti della Conferenza delle Regioni hanno rivolto al Parlamento nel corso di un’audizione - davanti alle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera – sul nuovo testo dello Schema di DPCM per l'individuazione degli interventi infrastrutturali (previsto da Decreto Sblocca cantieri). L’audizione, in videoconferenza ha visto la partecipazione di Fulvio Bonavitacola (Vicepresidente della Regione Campania e Coordinatore della Commissione infrastrutture e trasporti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome), Elisa De Berti (Vicepresidente della Regione Veneto), Marco Falcone (Assessore della Regione Siciliana), Stefano Baccelli (Assessore Regione Toscana), Anna Maurodinoia (Assessore Regione Puglia), Marco Gabusi (Assessore Regione Piemonte), Vincenzo Niro (Assessore Regione Molise), Francesco Baldelli (Assessore Regione Marche), Graziano Pizzimenti (Assessore Regione Friuli Venezia Giulia), Donatella Merra (Assessore Regione Basilicata).
“Questo Dpcm - ha spiegato Fulvio Bonavitacola - conferma l’esigenza di rafforzare una preventiva concertazione Stato/Regioni sulle opere pubbliche di maggiore complessità e criticità in fase attuativa. Non siamo contro l’utilizzo dei Commissari straordinari per la realizzazione di opere complesse e urgenti. Ma non possiamo avallare la logica di un commissario per ogni opera pubblica importante, perché questo significa commissariare l’intera pubblica amministrazione. Le malattie della PA non si curano esautorando gli organi ordinari perché non funzionano, ma mettendoli in condizione di funzionare. Il che significa: semplificare le procedure e potenziare gli organici, aprendo ad una nuova leva di dirigenti e funzionari, soprattutto competenti nelle discipline tecniche e della digitalizzazione.
Quanto alla istituzione di Commissari non siamo aprioristicamente contrari all’idea, ma è evidente che questa figura dovrebbe rappresentare l’eccezione e non certo la regola. Il problema che va affrontato è quello di rendere più efficiente la Pubblica amministrazione per metterla nelle condizioni di gestire gli appalti in modo moderno ed efficace. Per questo avevamo presentato un pacchetto di proposte in occasione del decreto semplificazione, ma siamo rimasti purtroppo inascoltati.
Nel corso dell’audizione abbiamo quindi ribadito la necessità di coinvolgere preliminarmente le Regioni nella pianificazione delle opere strategiche per i territori, anche mediante il coinvolgimento nella redazione del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, nonché del Documento Pluriennale di Pianificazione (DPP). Serve insomma una visione d’insieme che faccia delle infrastrutture la leva di un nuovo sviluppo in grado di far competere l’Italia con le altre aree nel nord Europa, aperto al Mediterraneo, che accorci le distanze socio economiche fra le aree nord sud del Paese.
E’ il momento – ha concluso Bonavitacola - di contrastare la dispersione ed affermare una visione d’insieme, cui rendere coerenti tutte le risorse disponibili: Recovery, Fondi strutturali europei, Fondi sviluppo e coesione nazionali".