“Il decreto non chiarisce aspetti fondamentali. Il compenso dei commissari, per esempio. Non se ne fa parola. Significa che lavoreranno gratuitamente? Me lo auguro ma non c'è scritto. E poi l'aspetto davvero più preoccupante, che rischia di impedire la reale partenza delle opere, è che non si affrontano e tanto meno risolvono problemi relativi alle opere come i finanziamenti o i progetti. Ci sono nell'elenco opere che non hanno ancora finanziamenti e spesso neanche il progetto. Dove prende i fondi il commissario? Potrei citare due opere che conosco bene, la diga foranea del porto di Genova e la Pontremolese, che hanno fondi insufficienti e progetti da fare”.
È questa obiezione più forte avanzata in un'intervista su Il Sole 24 Ore del 22 gennaio da Raffaella Paita (Italia Viva), presidente della commissione Trasporti della Camera, in merito allo schema di Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) sulle grandi opere prioritarie da commissariare, inviato alla Camera per il parere.
“Non contesto la scelta di nominare tecnici, per altro di alto livello e con una storia valida, ma credo che in alcuni casi, per esempio per opere circoscritte a una città o a una regione, si poteva pensare di nominare sindaci e presidenti di regioni. Quello è il modello Genova. Ma non è questa la parte più preoccupante”, ha denunciato Paita nell'intervista. “Innanzitutto, il decreto rischia di risultare non definitivo. Per le opere comprese nel territorio di una sola regione è previsto infatti che si faccia un'intesa con la Regione sul nome del commissario. Qui non c'è. Rischiamo di perdere altro tempo”, ha aggiunto la presidente della commissione Trasporti della Camera.
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