A togliere serenità alle piccole e medie imprese italiane è anche il Durc, il documento unico di regolarità contributiva che attesta l’assolvimento, da parte delle imprese, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti dell’Inps, Inail e Cassa Edile. Il documento – è la denuncia di Confimprenditori in seguito a un report elaborato dal centro studi dell’associazione – rappresenta un vero e proprio scoglio contro il quale gli imprenditori italiani vanno a sbattere. I tempi di rilascio variano dalle 24 ore di Treviso, ai cinque giorni di Bologna fino ai 30 giorni di Palermo. Ma i dati raccolti da Confimprenditori peggiorano quando si parla di aziende costrette a sanare la loro posizione.
I tempi qui si ampliano e molti dei Durc possono rimanere negativi anche dopo aver sanato le posizioni debitorie per errori burocratici o irregolarità legali. Anche in questo caso la situazione appare piuttosto differente fra le regioni italiane: si passa dallo zero per cento di ritardi causati dalle inefficienze della burocrazia statale a Treviso, Verona, Mantova, Ragusa e Sassari al 5% di Pavia e Caserta, al 7% nelle province della Toscana, al 15-20% a Chieti, Pescara e Bari, al 30% di Vicenza al 90% dei Durc negativi a Palermo. Lentezza che provoca un danno alle piccole e medie imprese già vessate dalla crisi.
La perdita media stimata causata da questo rallentamento è quantificata intorno ai 10mila euro dal campione di imprenditori intervistati. Confimprenditori ha stimato una perdita totale minima intorno agli 84 milioni di euro ogni anno. Mentre è pari a 140 milioni all’anno per i soli consulenti del lavoro che in Italia si attestano intorno alle 14mila unità. Di fronte a questi dati il presidente di Confimprenditori Stefano Ruvolo chiede a Tito Boeri l’istituzione di un tavolo tecnico per l’ottimizzazione del rilascio del Durc al fine di rendere su tutto il territorio nazionale un’omogeneità nella procedura di rilascio del documento.
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