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Durc telematico dal 1° luglio, i primi dubbi: “Indebolisce il sistema di verifica”

Secondo Fillea Cgil “il nuovo sistema non certifica la regolarità in tempo reale, ma fa una fotografia che dura 120 giorni, senza accertarsi se in questo lasso di tempo l'impresa è costante nei versamenti”

giovedì 21 maggio 2015 - Redazione Build News

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Sarà operativa a partire dal prossimo 1° luglio la nuova procedura di rilascio on-line del Durc (documento unico di regolarità contributiva), frutto dell'impegno congiunto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell'Inps, dell'Inail e delle Casse Edili, e illustrata oggi alla presenza del Ministro Giuliano Poletti e dei rappresentanti degli istituti.

Basterà un semplice clic per ottenere, in tempo reale, una certificazione di regolarità contributiva che avrà una validità di 120 giorni e potrà essere utilizzata per ogni finalità richiesta dalla legge (erogazione di sovvenzioni, contributi ecc., nell'ambito delle procedure di appalto e nei lavori privati dell'edilizia, rilascio attestazione SOA) senza bisogno di richiederne ogni volta una nuova. Sarà inoltre possibile utilizzare un Durc ancora valido, sebbene richiesto da altri soggetti, scaricabile liberamente da internet.


Per i primi di giugno è prevista la pubblicazione del decreto che regolamenta il Durc on-line. Fino all'entrata in vigore del provvedimento, proseguiranno i test del nuovo sistema informatico.

I VANTAGGI. Ad oggi, una impresa regolare sotto il profilo contributivo sa di dover attendere anche 1 mese per ottenere un certificato che dimostri la regolarità della propria posizione, attraverso una procedura talvolta complessa che, non a caso, è spesso delegata ad intermediari.

Da luglio le imprese potranno accedere all'archivio degli Istituti e delle Casse edili per ottenere un DURC in formato .pdf in tempo reale da stampare in azienda. Qualora siano riscontrate carenze contributive, entro 72 ore verranno comunicate all'interessato le cause dell'irregolarità e saranno poi sufficienti pochissimi giorni per regolarizzare la propria posizione ed ottenere il certificato.

RISPARMI PER LE AMMINISTRAZIONI, PER I SOGGETTI TENUTI AL RILASCIO E PER LE IMPRESE. “La verifica della regolarità delle imprese appaltatrici sarà possibile in tempi brevissimi”, assicura il Ministero del Lavoro, “con forti risparmi sull'utilizzo del personale adibito a tale attività ed ai tempi di gestione degli appalti e dei pagamenti”.

Grazie alla informatizzazione delle procedure, INPS, INAIL e Casse edili avranno risparmi sull'utilizzo del personale adibito alla verifica della regolarità contributiva.

Anche le aziende potranno ottenere vantaggi sia con riferimento al tempo speso dal proprio personale nelle pratiche di rilascio del DURC – che, in quanto fortemente semplificate (basta un "click"), potranno essere svolte anche senza l'ausilio di intermediari – sia in relazione ad una maggiore speditezza dell'amministrazione.

Il risparmio per le pubbliche amministrazioni è rappresentato dal costo orario del personale addetto a tale attività. Considerati gli oltre 5 milioni e 200 mila DURC rilasciati ogni anno e calcolando prudenzialmente un'ora di lavoro per il rilascio di un singolo DURC, è possibile preventivare un risparmio di oltre 80 milioni di euro (5.200.000 x € 16 - costo orario medio lordo di un dipendente pubblico).

Il risparmio per le imprese è rappresentato anch'esso dai costi medi del personale addetto o degli intermediari. I risparmi possono superare, molto prudenzialmente, i 25 milioni di euro.

FILLEA CGIL: “COSÌ SI INDEBOLISCE IL SISTEMA DI VERIFICA DELLA REGOLARITÀ CONTRIBUTIVA”. Dal sindacato Fillea Cgil arriva però una sostanziale bocciatura. “Cento milioni di risparmi si potevano ottenere in altro modo, senza indebolire il sistema di verifica della regolarità contributiva”, dice Dario Boni, segretario nazionale della Fillea Cgil. Secondo Boni “il rischio concreto e reale è che il provvedimento del governo sul Durc elettronico penalizzi le imprese che versano regolarmente i contributi a favore dei furbetti del quartierino”. Per Boni "il nuovo sistema non certifica la regolarità in tempo reale, ma fa una fotografia che dura 120 giorni, senza accertarsi se in questo lasso di tempo l'impresa è costante nei versamenti oppure no. Vengono cancellate le verifiche della regolarità a livello di cantiere, è inibita la possibilità di agganciare la congruità tra versamenti, costo del lavoro e ammontare dell'appalto, non viene previsto alcun meccanismo che contrasti l'evasione contributiva. Insomma - conclude il segretario Fillea - non ci sembra un grande passo in avanti. Furbetti a parte."

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